Federcarrozzieri è preoccupata per il caro riparazioni
Un piccolo urto parcheggiando, la classica ‘strisciata’ in manovra: piccoli danni in apparenza ma grandi spese per il caro-riparazioni. A lanciare l’allarme è Federcarrozzieri che ha presentato, nel corso di un suo convegno a Cavenago di Brianza, una ricerca del suo Centro Studi. La relazione ribadisce le tematiche già emerse a fine anno, quando Federcarrozzieri aveva già lanciato un Sos. Dai dati diffusi durante il convegno apprendiamo che la stima della spesa media del mantenimento di un’automobile per quest’anno è di 4.219 euro, in aumento del 4,8% rispetto a 10 anni fa. Questo dato deriva in gran parte dall’aumento del costo dei carburanti: con i prezzi attuali e ipotizzando 2,5 pieni al mese a veicolo il costo del rifornimento è aumentato del 6,2% rispetto al 2013, arrivando a 2.784 euro. La spesa per pezzi di ricambio, pneumatici e lubrificanti è arrivata a 275 euro, cifra che equivale a un + 21,2% rispetto a 10 anni fa, mentre la la spesa per la manutenzione e le riparazioni è aumentata ancor di più: gli attuali 448,5 euro rappresentano un incremento del 33% rispetto al 2013.
Aumenti in ogni settore alla base del caro riparazioni
Il comunicato citato da Ansa evidenzia come la crisi delle materie prime e il caro-energia del periodo 2021 – 2023 abbiano impattato pesantemente l’automotive, portando a un rilevante aumento dei costi di pezzi di ricambio, vernici, strumentazione tecnica e spese energetiche delle officine. Questi fattori hanno determinato una crescita dei costi delle riparazioni che non hanno potuto essere assorbiti interamente dagli artigiani. Confartigianato Autoriparazione Carrozzieri comunica poi che i costi orari della manodopera sono cresciuti aumentati mediamente dell’8%, anche se occorre tener presente che l’incidenza varia in base alla dimensione aziendale, crescendo proporzionalmente di di più per le imprese più piccole. La voce Materiali di consumo ha registrato un aumento medio del 10% mentre i costi dello Smaltimento rifiuti costringono ad applicare un aumento di almeno il 4% sull’imponibile della fattura. L’uso di dime e strumenti diagnostici ha registrato una sostanziale invarianza nei costi mentre l’utilizzo di attrezzature speciali riporta un aumento del’2,5%. Questo quadro di aumento dei costi va inserito in uno scenario comunque favorevole dato dall’invecchiamento del parco circolante.
Il caro riparazioni è enfatizzato per le auto elettriche
Se la riparazione non riguarda solo la carrozzeria ma arriva ai powertrain elettrificati i costi aumentano dal 18% fino a un 30% rispetto alle vetture convenzionali. Davide Galli, presidente di Federcarrozzieri, ha infatti evidenziato che: “le auto elettriche devono essere messe in sicurezza non appena entrano in carrozzeria e per fare questo occorre almeno un addetto abilitato con patentino Pes-Pav. È chiaro che questa peculiarità aumenta le spese per gli operatori e di conseguenza per gli automobilisti ma occorre anche considerare l’elettronica evoluta e pervasiva di queste autovetture. Quindo sono da mettere in preventivo attività più lunghe e costose per smontaggio, rimontaggio, sostituzione, programmazione, ricalibrazione e simili. Le carrozzerie dovranno aggiornarsi per far fronte a questo cambiamento del mercato, ricorrendo a personale più specializzato e a strumentazioni più complesse, con un conseguente aumento dei loro costi che si rifletterà anche sul prezzo pagato dall’automobilista”. Viene quindi confermata la crescente complessità elettrica ed elettronica delle automobili di nuova generazione ma non sarebbe corretto attribuirla alle sole auto elettriche: anche una citycar ibrida non troppo costosa ha a bordo sia una batteria ad alta tensione sia qualche sistema ADAS. Per riuscire a manutenere/riparare automobili con queste caratteristiche e dotazioni occorre quindi una preparazione specifica ma è possibile ottenerla frequentando corsi dedicati: a organizzarli c’è esempio CNA Riparazione così come molte altre organizzazioni compresi distributori e produttori di componenti. Questa formazione richiede investimenti, anche in termini di tempo, ma è indispensabile per seguire un mercato che si sta evolvendo velocemente".
Nicodemo Angì