Autopromotec 2025 si conferma crocevia strategico per l’aftermarket globale. A parlare è Emanuele Vicentini, Responsabile Sviluppo Internazionale della manifestazione bolognese, che sottolinea il ruolo della fiera come piattaforma di innovazione tecnologica, formazione e confronto su scala planetaria. Con visitatori da oltre 130 Paesi e un focus crescente su connettività, intelligenza artificiale e diritto alla riparazione, Autopromotec si evolve da “fiera dei pezzi di ferro” a hub del management dei dati, riflettendo le trasformazioni di un mercato in costante mutazione.
Intervista a Emanuele Vicentini, Responsabile Sviluppo Internazionale Autopromotec 2025
“Abbiamo visitatori provenienti da almeno 138 Paesi del mondo, persino dalle Maldive, dalla Polinesia e dalla Nuova Zelanda. La fiera ha una solida radice italiana, soprattutto in termini di produttori, ma è evidente che la ricerca di mercati ad alto potenziale rappresenta oggi una priorità per tutti.
I nostri espositori privilegiano la qualità: ogni prodotto viene esposto in un solo stand e una sola volta. I visitatori arrivano da un numero sempre più ampio di mercati. Il nostro compito è essere un amplificatore, un megafono, di ciò che rappresenta il diritto alla riparazione: pari opportunità per tutti, un mercato aperto e competitivo. Sono queste le regole che l’Europa ci trasmette e che il mercato, progressivamente, deve adottare.
Per abbracciare questo tipo di modello è necessario un trasferimento tecnologico, un’innovazione costante, un aggiornamento continuo in tema di connettività, fino ad arrivare oggi all’introduzione dell’intelligenza artificiale.
Siamo partiti come fiera dei “pezzi di ferro”, oggi siamo arrivati alla fiera del management dei dati. Il nostro ruolo è quello di riflettere le evoluzioni del mercato e, al tempo stesso, far sì che queste conoscenze raggiungano chi ne ha più bisogno, dagli operatori ai visitatori. La fiera crea questa alchimia della conoscenza. Visitatori e aziende, insieme, sono l’essenza della manifestazione.
È fondamentale seguire i cambiamenti in atto legati alla mobilità elettrica. I veicoli di 30 anni, oggi solo l’1% del circolante, tra dieci anni rappresenteranno il 12%. Le officine dovranno saper intervenire non solo sull’ultimo miglio, ma anche su mezzi datati. Questo significherà più opportunità di lavoro per loro, ma anche per noi.
In ogni angolo della fiera, in ogni singolo stand, si svolgono numerosi convegni e momenti di formazione. Sono le stesse aziende a voler educare e formare il proprio pubblico”.