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giovedì, 18 Aprile 2024
  • Renault e il car sharing, come cambia l’automotive e l’aftermarket

    Renault e il car sharing: l'impatto sull'aftermarket automotiveRenault e il car sharing: l'onda a cascata sull'aftermarket automotive.

    Il nome "Renaulution" non si pronuncia facilmente ma i contenuti che racchiude questo piano strategico sono importanti non solo per Renault ma per tutto l’automotive. Le parole del CEO Luca De Meo (già Presidente di Seat) hanno delineato una serie di cambiamenti ma uno in particolare ci ha fatto riflettere: il prospettarsi di una cambiamento profondo nel nesso fra Renault e il car sharing, oltre ad altri modelli di mobilità. De Meo ha illustrato la strategia della rinascita del gruppo Renault mettendo in evidenza un certo sbilanciamento verso le vetture del Gruppo B, che danno poco margine. Fra le contromisure c’è il riposizionarsi verso il segmento C e la riduzione delle piattaforme, troppe e frammentate.

     

    Renault e il car sharing: l'impatto sull'aftermarket automotive4 modelli dedicati per Renault e il car sharing

    Il piano prevede il massiccio ricorso al digitale per rendere più agile la progettazione e il coinvolgimento dei fornitori sin dalle prime fasi in modo da abbassare a 3 anni il tempo di sviluppo di una nuova auto su una piattaforma già esistente. Al 2025 l’80% dei modelli Renault sarà sviluppato su 3 piattaforme: la CMF-B/EV, la CMF CD e la CMF-EV. Una razionalizzazione ancor più spinta interesserà i motori: al 2025 si scenderà dalle attuali 8 famiglie (3 diesel, 3 benzina, 1 elettrica e 1 ibrido benzina) a 4: 2 elettriche e Fuel cell, 1 ibrida a benzina (mild, full e Plug-in) e 1 diesel, riservata ai commerciali leggeri. Uno degli annunci più importanti è stato la nascita dal brand Mobilise, dedicato ai servizi di mobilità. Le parole di Clotilde Delbos, il direttore generale di Mobilise, hanno delineato lo stretto legame di Renault e il car sharing. Questo impegna creerà infatti ben 4 veicoli dedicati a servizi di mobilità quali il car sharing e il ride hailing.

     

    Renault e il car sharing, insieme per guadagnare

    Mobilize dispone di team di ingegneria e design e quindi proporrà veicoli concepiti ad hoc. Accomunati dall’essere modulari, robusti, elettrici e progettati per un uso intenso, essi risponderanno alle nuove esigenze della mobilità, quali le corse con autista (come fanno Uber e Lyft), il car sharing, le consegne a breve raggio e i trasporti on demand. I concept sono l’EZ-1 Prototype (possibile evoluzione del quadriciclo Twizy), un SUV compatto, forse costruito sul pianale della Dacia Spring, una berlina classica e un commerciale leggero specializzato per le consegne dell’ultimo miglio.

     

    Renault e il car sharing allungheranno la vita delle automobili?

    Assistiamo quindi ad un altro esempio di automobili progettate per i servizi di mobilità sulla scia di quanto annunciato da DiDi Chuxing e BYD per il ride hailing. Questa tendenza non riguarda più, quindi, la lontana (ma non tanto) Cina ma un costruttore europeo, a noi ben più vicino. Non finisce però qui: mentre il provider di corse in hailing DiDi si è alleato con il costruttore BYD, Renault, tramite Mobilize, farà tutto in casa.

    Questa, per un costruttore classico, è già una rivoluzione nel modo di ‘pensare’ e agire ma Luca De Meo ne ha illustrata un’altra che, in qualche modo, sovverte il modello di business degli OEM. Si tratta della ‘guerra al consumismo’ sotto forma di una Re-Factory, l’impianto di Flins, in grado non soltanto di recuperare le batterie delle auto elettriche ma di dare nuova vita a più di 100 mila automobili l’anno e a molti veicoli commerciali.

     

    Renault e il car sharing, il futuro che sarà

    Il concetto è di allungare la vita dei veicoli continuando a estrarre valore in tutto il loro ciclo vitale, ad esempio riusando parti ancora sane. Un veicolo non freschissimo ma con la carrozzeria ancora in buono stato avrà verosimilmente un propulsore che non soddisferà le norme sulle emissioni in vigore oggi. È quindi facile capire che verrà dotato di powertrain elettrici o comunque a basse emissioni ed è quindi una soluzione simile al retrofit elettrico per il quale l’Italia si è dotata di strumenti normativi. Anche questo si inquadra nel progetto Mobilize di Renault e il car sharing: se l’automobile fa parte di un sistema di noleggio/sharing/hailing si fa in modo da allungarne la vita. Luca De Meo ha in pratica detto: il futuro in un mercato maturo come quello occidentale non sarà vendere sempre più automobili ma vendere sempre più servizi, digitali e no.

     

    Renault e il car sharing: il ruolo dell’aftermarket

    Una sua slide è eloquente: Renault diventerà una società tecnologica con interessi nell’automotive. Questi grandi cambiamenti, verrebbe da dire ‘filosofici’, impatteranno sicuramente sull’aftermarket, anche perché Renault è entrata nella ricambistica multimarca. L’operatore IAM vedrà quindi una diminuzione delle piattaforme, un aumento delle parti in comune fra vari modelli e un’enfasi su riciclo/riuso e conversione che verrà direttamente da Renault. È però probabile che altri Marchi adotteranno una strategia simile e quindi la tendenza, che potrebbe comprendere la creazione di una filiera ufficiale per conversione in elettrico, batterie a rotazione e il riuso di particolari, potrebbe estendersi. Dato che non è scontato che le reti ufficiali potranno gestire questo cambiamento gli operatori indipendenti si troveranno coinvolti e dovranno crescere e cambiare. Sullo sfondo c’è una dose di Hi-Tech sempre maggiore – Renault e il car sharing nascerà con veicoli connessi e smart – e la formazione sarà ancor più importante.

     

    Nicodemo Angì 

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