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venerdì, 26 Aprile 2024
  • Hess Autoteile chiude, un duro colpo per l’aftermarket tedesco

    Dopo le speranze, il verdetto: Hess Autoteile chiude.

    4 anni di una difficile ristrutturazione non sono bastati a salvare un grande distributore tedesco: Hess Autoteile chiude ma per fortuna si prospetta una rapida soluzione per una parte dei dipendenti. L’aftermarket tedesco perde così una grande realtà, che conta 25 sedi in Bassa Sassonia, Renania settentrionale-Vestfalia, Renania-Palatinato, Sassonia-Anhalt e Saarland, per un totale di circa 1.300 dipendenti. Il Gruppo Hess affonda le sue radici nella società individuale Hans Hess Autoteile fondata nel 1929 da Hans Hess e nel momento di massima espansione questa realtà ha raggiunto un fatturato annuo di circa 209 milioni di euro e ha impiegato fino a 1.500 persone. AMZ ricorda che il gruppo ha condotto diverse acquisizioni in Bassa Sassonia, Renania-Palatinato e Nord Reno-Westfalia, in una crescita molto rapida che ha però portato a problemi di consolidamento non trascurabili. La situazione si poi è fatta difficile e le pesanti conseguenze del conflitto in Ucraina hanno probabilmente contribuito al fallimento.

     

    Hess Autoteile chiude dopo 4 anni travagliati

    Il gruppo aveva iniziato un’intensa fase di ristrutturazione dal 2018 che non ha però portato ai risultati sperati tanto che il 21 febbraio 2022 è stata depositata domanda di insolvenza presso il tribunale distrettuale di Colonia. In un comunicato dell’azienda si citano le acquisizioni dei distributori Jakobs, Schwenker e Werthenbach Autoteile come fattori di crescita affiancati però da avversità come il perdurare della pandemia da Covid-19 e le pesanti inondazioni del 2021. Il 24 febbraio scorso Philipp Hess, amministratore delegato e membro della famiglia proprietaria del gruppo, aveva detto: “Siamo convinti che usciremo più forti da questa crisi. Il mercato dei componenti è in una fase di forte consolidamento e concentrazione e una nuova energia è importante per Hess per poter fronteggiare importanti concorrenti anche internazionali. Abbiamo perfezionato i nostri processi di spedizione in giornata, creando un’esperienza digitale per il cliente che ha pochi pari nel settore dei ricambi automotive. Continuiamo però a coltivare rapporti personali, cosa molto importante per i nostri clienti“. In effetti le cessioni di gruppi anche grandi, come PHE al gruppo D’Ieteren, sono aumentate in questo 2022, ma questa storia è purtroppo diversa: Hess Autoteile chiude.

     

    Su Linkedin la conferma che Hess Autoteile chiude

    L’epilogo della vicenda è stato annunciato da Philipp Hess sul network professionale Linkedin: “eravamo convinti che saremmo sopravvissuti a lungo termine solo se avessimo raggiunto dimensioni rilevanti. È per questo che nel 2016 abbiamo acceso ulteriori prestiti bancari per poter finanziare diverse acquisizioni. Nel 2018, su pressione delle banche, sono state avviate un’amministrazione fiduciaria e un processo di ristrutturazione. Per 4 anni ci siamo battuti per una migliore prospettiva e abbiamo lavorato, con il supporto di consulenti esperti, per plasmare un futuro per l’azienda e l’intera forza lavoro. Il mancato raggiungimento di un accordo fra un investitore e i creditori ci ha poi costretti a dichiarare il fallimento. In qualità di imprenditore e amministratore delegato mi assumo la responsabilità di questa situazione anche se il mio potere decisionale era limitato dall’essere in l’amministrazione fiduciaria“.

     

    Hess Autoteile chiude ma c’è speranza per i dipendenti

    In questo quadro a tinte fosche c’è per fortuna una voce positiva per almeno parte del Gruppo Hess. Il curatore fallimentare Christoph Niering ha infatti comunicato che per Autoteile Jakobs GmbH, rilevata dal Gruppo Hess nel 2017 ma rimasta indipendente all’interno del gruppo stesso, è possibile una soluzione alternativa al fallimento. Le otto sedi del rivenditore di ricambi e i 130 posti di lavoro potranno essere conservati grazie all’intervento di un investitore che rileverà l’azienda entro questo mese. In attesa del completamento dell’acquisizione le sedi della Jakobs continueranno a operare normalmente con la vendita al dettaglio e agli oltre 2.500 clienti professionali. Si registra inoltre l’interessamento di altri operatori del settore che potrebbero garantire altri 300 posti di lavoro ma le attività del gruppo Hess come strutturato in precedenza sono ormai cessate. L’avvocato Niering ha anche spiegato che: “era stata avviata una procedura per interessare investitori nazionali e internazionali. Questa azione ha però coinciso con la guerra in Ucraina e i suoi influssi negativi sul commercio europeo di componenti di automobili. Molte parti interessate hanno rinviato i loro piani di investimento e hanno quindi interrotto le trattative riguardo il gruppo Hess“. Si conferma così il nefasto effetto della guerra, che oltre a lutti e sofferenze crudeli e immotivate, distrugge anche il lavoro e l’industria, compresa quella automotive.

     

    Nicodemo Angì

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