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martedì, 16 Aprile 2024
  • Conflitto in Ucraina e difficoltà automotive, conseguenze su tutti i fronti

    Conflitto in Ucraina e difficoltà automotive, conseguenze prolungate

    Guerra crudele e ingiustificata alle porte dell’Europa dalle conseguenze globali: il conflitto in Ucraina e difficoltà automotive sono destinati a durare a lungo. L’industria automobilistica è molto colpita dagli eventi bellici che sono iniziati alla fine di febbraio e i gruppi più coinvolti sono Renault, Stellantis, BMW, Jaguard Land Rover e Volkswagen. Basta pensare che molti di essi hanno interrotto i rapporti con i loro partner in Russia, che è l’ottavo mercato automobilistico del mondo avendo registrato nel 2021 circa 1,67 milioni di immatricolazioni: un dato superiore a quello di Canada, Francia o Italia. È chiaro che le conseguenze del conflitto, delle quali avevamo già parlato, non si attenueranno finché non arriverà la pace. Carlos Tavares, CEO di Stellantis, ha dichiarato che qualsiasi decisione su come l’azienda modificherà le sue operazioni in Russia “dipende da ciò che decideranno i politici. In ogni caso Rispettiamo le regole, le leggi e i regolamenti in tempo di pace e rispettiamo le sanzioni in tempo di guerra“. Riguardo l’impianto che Stellantis ha insieme a Mitsubishi a Kaluga si è saputo che ancora sta producendo i commerciali leggeri a marchio Citroën, Opel e Peugeot (prima della guerra Stellantis aveva pianificato di esportarli nell’Europa occidentale) ma la produzione potrebbe essere a rischio. In ogni caso Stellantis “rimane concentrata sulla sicurezza delle persone: i nostri addetti sono di 170 diverse nazionalità e siamo l’azienda automobilistica più diversificata al mondo“.

     

    Gruppo Volkswagen, conflitto in Ucraina e difficoltà automotive

    Anche la galassia Volkswagen, fatta di molti marchi e un numero di impianti produttivi ancor maggiore, vive sulla propria pelle il conflitto in Ucraina e difficoltà automotive. Porsche è stata costretta a tagliare nuovamente la produzione a causa della carenza di componenti negli stabilimenti di Zuffenhausen e Lipsia, come riportato da Automotive News Europa. Le difficoltà nella produzione e nell’invio dei cablaggi prodotti in Ucraina hanno colpito pesantemente l’elettrica Taycan, la Panamera e la Macan: sappiamo infatti che il Paese invaso ha molte fabbriche di cablaggi. Ralf Brandstatter ha detto ci sono “conseguenze significative a causa della guerra, ma che queste sono poca cosa rispetto alle sofferenze delle persone“. Volkswagen sta valutando la possibilità di spostare la produzione dei cablaggi nel Sud America, per stabilizzare rapidamente l’attività produttiva. Il gruppo Volkswagen ha interrotto la produzione e le vendite in Russia, chiudendo gli stabilimenti russi di Kaluga e Nizhny Novgorod, e anche l’esportazione dei suoi veicoli. Produzione a singhiozzo, negli stabilimenti di Zwickau e Dresda, anche per le elettriche costruite sulla piattaforma MEB, come la gamma di modelli ID, la Skoda Enyaq e la Cupra Born. Ricordiamo che la Russia è stato il secondo mercato più grande di Skoda nel 2021, avendo consegnato circa 90.000 veicoli.

     

    Conflitto in Ucraina e difficoltà automotive globali

    L’area europea è la più colpita ma conflitto in Ucraina e difficoltà automotive si faranno sentire in tutto il mondo. La società di ricerche automobilistiche S&P ha infatti recentemente ridimensionato le sue previsioni della produzione globale di veicoli leggeri di 2,6 milioni di unità l’anno per il 2022 e il 2023. Per quel che riguarda l’Europa la perdita è stimata in 1,7 milioni di unità, delle quali circa 1 milione sono da attribuire alla diminuzione della domanda in Russia e Ucraina. S&P ha stimato inoltre che la produzione di veicoli leggeri in Nord America scenderà, rispetto alle previsioni, di 480.000 unità nel 2022 e di 549.000 l’anno dopo. Questa catastrofe sociale, umana e industriale ha aggiunto ulteriori difficoltà a una catena di approvvigionamento già provata dalla pandemia da coronavirus, dalla carenza di chip e dai continui rincari delle materie prime e dell’energia. Speriamo quindi che la ragione prevalga e che si ponga fine rapidamente a questa catena di morte e distruzione.

    Nicodemo Angì

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