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venerdì, 19 Dicembre 2025

Auto, l’Europa rivede il 2035: la transizione resta, ma cambia metodo

Litio ai minimi: scarseggia la domanda di auto elettriche

La strategia europea sull’auto entra in una fase di maturità. Dopo anni di rigidità normativa, Bruxelles sceglie una linea più pragmatica: il 2035 non viene cancellato, ma reinterpretato. L’obiettivo della decarbonizzazione resta centrale, tuttavia il percorso per raggiungerlo diventa meno ideologico e più aderente alla realtà industriale, tecnologica e sociale del continente.

La Commissione europea ha ufficializzato una revisione del quadro regolatorio che segna un passaggio chiave: dal 2035 le nuove auto e i veicoli commerciali leggeri non dovranno più azzerare le emissioni di CO2, ma ridurle del 90% rispetto ai livelli del 2021. Una differenza tutt’altro che marginale, perché elimina il divieto assoluto del motore termico e apre a un approccio di neutralità tecnologica.

In termini concreti, quella quota residua del 10% potrà essere compensata attraverso soluzioni certificate: e-fuel, biocarburanti avanzati, materiali industriali a basse emissioni prodotti nell’Unione europea e sistemi di elettrificazione evoluta. Questo significa che, accanto all’elettrico puro e all’idrogeno, continueranno a esistere ibridi plug-in, mild hybrid, veicoli con range extender e motorizzazioni compatibili con carburanti sintetici.

2035 auto Europa: neutralità tecnologica e flessibilità industriale

Il messaggio politico è chiaro: la transizione non si ferma, ma smette di essere monodirezionale. L’elettrificazione resta il pilastro principale, come ribadito dai vertici comunitari, ma non è più l’unica strada ammessa. Una scelta che riconosce le difficoltà di un mercato ancora frammentato, infrastrutture di ricarica disomogenee e una domanda che fatica ad allinearsi ai target imposti.

Accanto alla revisione del 2035, Bruxelles introduce anche maggiori margini di flessibilità per i costruttori nel periodo 2030-2032, ampliando i meccanismi già previsti per evitare sanzioni. È un segnale forte verso un’industria che investe miliardi nella transizione, ma che deve fare i conti con costi elevati, rallentamenti tecnologici e concorrenza extraeuropea sempre più aggressiva.

Importante anche la correzione sugli LCV: per i furgoni l’obiettivo di riduzione delle emissioni al 2030 scende dal 50% al 40%, riconoscendo le difficoltà strutturali dell’elettrico in un segmento dominato da esigenze operative, autonomie elevate e costi di esercizio contenuti.

Sul piano normativo, la Commissione avvia un pacchetto di semplificazione che promette un risparmio stimato di oltre 700 milioni di euro l’anno per le aziende. Interventi mirati sui test di omologazione Euro 7 ed esenzioni specifiche per i furgoni elettrici riducono il peso burocratico senza compromettere gli obiettivi ambientali.

Non manca il fronte industriale. Per affrontare il nodo del prezzo delle BEV, Bruxelles introduce supercrediti fino al 2034 per la produzione di auto elettriche compatte ed economiche realizzate in Europa. Nasce così la categoria ufficiale delle small affordable cars, veicoli elettrici fino a 4,2 metri pensati per la mobilità urbana e per politiche di incentivo più mirate.

A supporto della filiera arriva anche il Battery Booster, un piano da 1,8 miliardi di euro destinato a rafforzare la produzione europea di batterie e ridurre la dipendenza dall’Asia. In parallelo, dal 2030 potrebbero arrivare obiettivi vincolanti per le flotte aziendali a basse emissioni, che rappresentano circa il 60% delle nuove immatricolazioni: una leva decisiva per accelerare il rinnovo del parco circolante.

La revisione accende inevitabilmente il dibattito politico. Italia e Germania rivendicano una vittoria della neutralità tecnologica, mentre la Francia mantiene una posizione più cauta. Al di là delle letture nazionali, il dato emerge con chiarezza: il 2035 resta un traguardo simbolico, ma non è più un muro invalicabile. È una linea di arrivo che l’Europa sceglie di raggiungere con più strade, tenendo insieme clima, industria e competitività.

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