I dazi anti-dumping decisi dalla Commissione europea nei confronti dei produttori cinesi, avevano l’obiettivo di scoraggiare la produzione del Sol Levante e proteggere i mercati europei dal super potere del Sol Levante e dall’invasione delle auto elettriche cinesi.
Una scelta insomma, pensata in chiave protezionista, su cui però ha riflettuto il Ministro delle Imprese, Adolfo Urso che ha messo in campo una mossa decisiva per convincere i big delle auto elettriche cinesi a insediarsi con un impianto nel nostro Paese.
Un privilegio quindi che avrebbe anche l’obiettivo di far compiere un salto di qualità al partenariato commerciale con Pechino e di sfruttare la loro «tecnologia» per lo sviluppo dell’economia green e per l’automotive. La tattica di Urso potrebbe addirittura convincere Stellantis a realizzare a Mirafiori, come da voci circolate, il Suv C10 del socio cinese Leapmotor.
Emergenza produzione: le auto elettriche e l’Italia
“L’Italia in questa fase – ha detto il ministro Urso in missione a Pechino – può diventare una piattaforma produttiva anche per imprese cinesi che, nel rispetto delle regole europee e italiane, intendano produrre da noi per meglio presidiare il mercato europeo e anche, grazie alla forza del Made in Italy, esportare i loro prodotti in altri continenti. Inoltre, hanno grande bisogno della componentistica italiana, la filiera migliore e più performante in Europa“.
Urso ha così calato l’asso del “Made in Italy” e anche a Milano, durante la prsentazione dei marchi Omoda e Jaecoo, è stata sottolineata l’importanza dell’Italia, con le sue unicità, per raggiungere gli obiettivi di crescita.
“Questo Paese si fregia di valori come la vitalità, la creatività, l’essenza culturale e un’umanità non riscontrabili altrove. E poi Milano, il fashion, la moda…“, il messaggio lanciato dal top manager cinese, vicepresidente del gruppo Chery, Shawn Xu.
Infondo italiano è stato anche il primo dipendente europeo di una realtà (Omoda-Jaecoo) nata solo un anno fa: Giuseppe Graziuso, ex PSA, ora a capo dello sviluppo del business e della rete per l’Italia.
Le prossime mosse delle aziende cinesi e delle politiche commerciali globali saranno decisive per determinare come questi cambiamenti influenzeranno il panorama nei mesi e anni a venire, in quanto le nuove tariffe doganali potrebbero rallentare l’espansione di Pechino nei mercati europei.
Se da un lato queste tariffe rappresentano un ostacolo per i produttori cinesi, dall’altro potrebbero aprire nuove opportunità di mercato per i produttori di veicoli elettrici in Asia e America Latina.
Il settore automobilistico globale potrebbe vedere un riassetto delle alleanze e un incremento delle attività in regioni al di fuori dell’Europa.