Perché la normativa antinquinamento Euro 7 mette paura?
L’Unione Europea ha proposto il 2035 come data a partire dalla quale non sarà più possibile mettere in commercio veicoli con motore a combustione ma la normativa antinquinamento euro 7 potrebbe mettere fuori gioco moltissimi motori già dal 2025. Nel 2026 dovrebbe infatti entrare in vigore la norma Euro 7 che è così restrittiva da mettere a rischio la maggior parte dei motori, che non riuscirebbero a soddisfarla. Ricordiamo che la norma attuale Euro 6d consente l’emissione di soltanto 80 milligrammi di NOx per chilometro e per soddisfarla occorrono due SCR, ossia quelli che hanno bisogno del ‘ricambio’ AdBlue. Il primo convertitore catalitico SCR è installato subito a valle del motore, ha un volume di circa 3 litri e agisce contemporaneamente da SCR e da filtro antiparticolato. Il suo compito è quello di convertire oltre il 90% degli NOx quando la temperatura dei gas di scarico è medio-bassa e quindi agisce se il motore è poco sollecitato e/o subito dopo l’avviamento. Il secondo convertitore catalitico SCR è più lontano dal motore, ha un volume leggermente più piccolo e lavora in particolare ai carichi elevati e con alte temperature dei gas di scarico, intorno ai 350°C.
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I limiti della normativa antinquinamento Euro 7
Una prima stesura della normativa antinquinamento Euro 7 ipotizzava un limite di 10 milligrammi di NOx per chilometro e per questo aveva suscitato un grande allarme fra gli addetti ai lavori. Si è poi preso atto della pratica impossibilità di rispettarlo e quindi ora si parla di 30 milligrammi di NOx per chilometro e di uno slittamento al 2027 dell’entrata in vigore del nuovo limite. L’associazione dei costruttori europei ACEA ha stimato che il maggior costo dovuto alla normativa antinquinamento Euro 7 rispetto ad un’automobile Euro 6 (che godeva degli incentivi anche se usata) potrebbe essere di centinaia di euro per un motore diesel.
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Chi sfiderà la normativa antinquinamento Euro 7?
La sfida di questa nuova normativa sembrerebbe però esser stata raccolta da Stellantis, dato che Carlos Tavares pochi giorni fa ha affermato che a Pratola Serra, nell’avellinese, sarà prodotto il motore B.B2, ossia un diesel Euro 7 destinato ai veicoli commerciali Fiat, Opel e Peugeot (probabilmente anche alle automobili). Il buon rapporto fra i costi di produzione e la qualità hanno indirizzato Stellantis nella scelta del sito produttivo campano, che è anche relativamente vicino allo stabilimento Sevel di Atessa, nel quale si producono proprio i commerciali leggeri. Questo propulsore dovrebbe essere prodotto a partire dal 2023 e sarà una specie di tutela futura per Stellantis in attesa di capire se davvero il passaggio alle auto elettriche avverrà nei tempi preventivato. In ogni caso la normativa antinquinamento Euro 7 è impegnativa anche perché l’efficacia dei dispositivi di abbattimento delle emissioni dovrà essere misurata anche su strada e mantenersi efficace anche dopo 15 anni.
Nicodemo Angì