Il governo italiano ha avviato una revisione strutturale della fiscalità sui carburanti, introducendo a maggio 2025 un primo rialzo dell’accisa sul gasolio pari a 1,5 centesimi di euro al litro. Contestualmente, viene applicata una riduzione di pari entità sull’accisa della benzina, segnando l’inizio di un piano quinquennale che porterà all’uniformità totale della tassazione tra i due combustibili entro il 2030.
Per anni, il diesel ha beneficiato di un trattamento fiscale agevolato, giustificato da ragioni legate al trasporto merci e al settore agricolo. Tuttavia, il mutato contesto ambientale ha reso questa differenza sempre meno difendibile. Sebbene il gasolio sia più efficiente sul piano energetico, produce emissioni di NOx e particolato superiori rispetto alla benzina, contribuendo in modo rilevante all’inquinamento atmosferico.
Accise su diesel e benzina: il nuovo piano di armonizzazione fiscale
Il provvedimento rappresenta il primo passo verso una progressiva armonizzazione delle accise. Attualmente, il gasolio è tassato circa 10-12 centesimi al litro in meno rispetto alla benzina. Secondo il Ministero dell’Economia, la riforma prevede aumenti graduali annuali per il diesel e riduzioni simmetriche per la benzina, fino a raggiungere la parità entro il 2030.
Questo cambiamento influirà direttamente sui costi operativi di chi utilizza veicoli alimentati a gasolio, in particolare mezzi commerciali e flotte aziendali. Diverse associazioni di categoria hanno già espresso timori per le ripercussioni economiche, invocando incentivi per sostenere la transizione verso soluzioni alternative a minore impatto ambientale.
L’intervento italiano si colloca nel solco delle linee guida europee, che da tempo spingono per una revisione delle agevolazioni al diesel. La Commissione Europea, con la proposta di riforma della direttiva sulla tassazione dell’energia, mira a eliminare le distorsioni fiscali a favore dei combustibili più inquinanti.
Anche Paesi come Francia, Belgio e Paesi Bassi stanno procedendo verso una convergenza tra accise, con l’obiettivo di incoraggiare tecnologie a basse emissioni come l’elettrico, il biometano e l’idrogeno.