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giovedì, 25 Aprile 2024
  • Alfa Romeo Stelvio, sua nonna era ‘Matta’!

    Alfa Romeo Stelvio. Una bomba  sul mercato auto, vista la composizione storica della gamma della Casa di Arese. Da 20 anni, in effetti, un suv (dall’epoca cioè in cui la categoria cominciò con i Costruttori tedeschi a fare proseliti anche nella vecchia Europa)  era esattamente il prodotto che Alfa Romeo non aveva mai posto in essere nella produzione di serie. In verità nel 2003 il marchio presentò la concept “Kamal”, molto innovativa per l’epoca e strutturata secondo caratteristiche successivamente adottate da altri Costruttori, come la presenza aggressiva, la linea muscolosa, le dimensioni contenute e la cilindrata poderosa. Il family air ovviamente si rifaceva, per essere una due volumi, alla best Seller dell’epoca “147”. mTuttavia la “Kamal” rimase un progetto di stile senza seguito, mentre a livello di serie nello stesso periodo (2003-2007), Alfa Romeo stessa seguì il filone appena inaugurato da alcuni marchi concorrenti (Volvo, Rover ma anche Audi seppur su ben altri livelli…) proponendo la “CrossWagon” su base 156 Station Wagon. Un esempio tutto sommato gradevole di veicolo multi-purpose e adatto a tutti i tipi di terreno. Ma se non serve tornare molto indietro con la memoria per elencare le esperienze di Alfa Romeo con la trazione integrale e le motorizzazioni sportive, diversa è la ricerca se si vogliono considerare i (pochi) esempi storici di vetture specializzate nell’utilizzo nativo di un suv : il fuoristrada.

    La sua antenata

    Sul tema la vera progenitrice, a marchio Alfa Romeo, della Stelvio ha un nomignolo originale: Matta. In realtà il nome progettuale e sul libretto di circolazione era Alfa Romeo M1900. Si trattava di un progetto nato essenzialmente per rifornire le flotte militari e delle Forze dell’Ordine durante la seconda guerra mondiale. Come molti sanno all’epoca Alfa Romeo era proprietà della Finanziaria di Stato IRI e dunque interessatissima a partecipare agli appalti di Fornitura. Dal 1951 al 1955 la Matta si trovò come concorrente diretta la Fiat Campagnola che tuttavia, grazie a consumi e prestazioni più ridotte e a prezzi più popolari, fu preferita sia dal settore statale che dagli automobilisti privati. Già all’epoca infatti Alfa Romeo scelse di caratterizzarsi per l’impronta sportiva sia attraverso un motore 1900 rielaborato sia con un pianale e sospensioni completamente nuove, a differenza di Fiat che aveva utilizzato più parti comuni della sua 1100 e 1400. In effetti la Matta venne prodotta in soli 2000 pezzi contro i quasi 45000 della Campagnola. Prima di andare in pensione, tuttavia, la nonna Matta si prese il lusso di vincere la sua categoria alla Mille Miglia.

    Un paio di curiosità

    Se però volete due “chicche” sulle avventure Alfa Romeo in fuoristrada e con la trazione integrale, ve ne ricordo due che pochi forse conoscono: la partecipazione di 2 Alfa 33 Sportwagon 4×4 alla Parigi Dakar nel 1986 e nel 1987 e l’avventura di un appassionato preparatore di auto degli anni Settanta, Wainer Mantovani. Lui all’inizio degli anni Settanta installò su una Alfasud “TI”, originariamente a motore e trazione anteriore, un gruppo motore-cambio anche sull’assale posteriore. Ottenne in realtà una trazione integrale con due motori. L’idea era di preparare il prototipo per gare importanti come la “Targa Florio” o i “Rally raid”. In verità purtroppo l’idea non ebbe seguito ma la passione a volte non sente ragioni. Quando si dice cuore sportivo.

    Riccardo Bellumori

     

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