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martedì, 30 Aprile 2024
  • Osservatorio Continental su Mobilità e Sicurezza 2020: la pandemia ci ha cambiati?

     

    Voglia di sicurezza: a dirlo l'Osservatorio Continental 2020Voglia di sicurezza: a dirlo l’Osservatorio Continental 2020.

    L’Osservatorio Continental su Mobilità e Sicurezza è solo alla seconda edizione ma i risultati rispetto al 2019 sono molto differenti a causa, lo immaginavamo, della pandemia. Questa conclusione deriva dagli studi di Euromedia Research e Ernst & Young, la base per il webinar condotto da Alessandro De Martino, amministratore delegato di Continental Italia. A commentare le ricerche il direttore di Euromedia Research Alessandra Ghisleri e Paolo Lobetti Bodoni, Business Consulting Leader di Ernst & Young. De Martino ha ricordato che il mondo affronta quotidianamente un’altra pandemia, quella causata dagli incidenti stradali che provocano 1,2 milioni di vittime l’anno e 50 milioni di feriti. L’Osservatorio Continental su Mobilità e Sicurezza, con l’aiuto delle ricerche sottostanti, vuole rispondere a domande riguardo i cambiamenti e la nuova normalità indotti dalla pandemia, la percezione della sicurezza e i mutamenti nella mobilità e nell’industria.

    Voglia di sicurezza: a dirlo l'Osservatorio Continental 2020Siamo cambiati, lo dice l’Osservatorio Continental su Mobilità e Sicurezza

    Il CEO di Continental Italia ha evidenziato un “ritorno di interesse per l’auto privata come mezzo di trasporto che garantisce sicurezza, anche quella sanitaria così attuale. Le ricerche hanno evidenziato che questa preferenza proseguirà dopo la fine della pandemia, perché le nuove paure si sono sedimentate profondamente. A questo si è aggiunta la sensibilità per l’ambiente e quindi l’automobile dovrà presentarsi come ecologica, sicura e sostenibile. Occorre quindi chiarire meglio agli automobilisti i nuovi, complessi aspetti tecnologici dei veicoli. Gli amministratori pubblici hanno il non facile compito di tener conto di queste nuove esigenze e gestire la mobilità, specialmente urbana, con iniziative straordinarie e agili”.

    In effetti, come illustrato dal direttore di Euromedia Research, lo choc della pandemia si è inserito in un quadro economico che era già visto come incerto. Alessandra Ghisleri ha descritto un cambiamento importante: “l’automobile è il mezzo scelto dagli italiani: più di un italiano su due (56,7%) sceglie l’auto per spostarsi perché la ritiene ‘il mezzo più sicuro per muoversi’ e questa convinzione riguarda il 66,6% dei cittadini, un dato in crescita del 22,5% rispetto al 2019. La pandemia ha indotto soprattutto gli over 65, ovvero i più a rischio per il virus, a ritornare in automobile, anche se questo dà loro insicurezza alla guida perché prima usavano il mezzo pubblico“.

     

    Il bisogno di fiducia nell’Osservatorio Continental su Mobilità e Sicurezza

    Ovviamente c’è chi continua a usare il mezzo pubblico – si tratta del 22,5% – ma gli italiani che si sentono sicuri nell’utilizzarli sono solo il 2,7%. Queste nuove abitudini si conserveranno a lungo, dato che l’83,2% degli intervistati (sono 2500 in tutta Italia) dice che manterrà le nuove abitudini “sicure” almeno per tutto l’inverno mentre il 70% le osserverà anche con zero contagi e con il vaccino. Gli incentivi, continua Alessandra Ghisleri, “sono percepiti come indispensabili per svecchiare il circolante e ottenere una mobilità sicura e sostenibile. Chi non cambierà a breve l’automobile vorrebbe incentivi per rendere più sicura quella in suo possesso. Il 32,8% è disponibile all’acquisto di una nuova vettura e la maggioranza opterebbe per un’ibrida a benzina, la seconda preferenza e l’elettrica e la terza è l’ibrida Plug-in. Il diesel è in penultima posizione, davanti solo al metano che sconta la scarsità dei distributori“.

    Voglia di sicurezza: a dirlo l'Osservatorio Continental 2020Le nuove tecnologie per la sicurezza

    I paladini della ibrida a benzina sono gli over 65 mentre l’elettrica (percepita comunque come molto costosa) è la preferita tra i 25 e i 44 anni. L’auto a benzina attira il 15,2% degli intervistati, soprattutto under 25, anche perché è la più economica. Fra i fattori che concorrono alla sicurezza il primo posto spetta – correttamente – al guidatore (48,8%); seguono i freni (10,2%), gli ADAS (8,8%, soprattutto motociclisti), le cinture di sicurezza (8,1%, indicate soprattutto dagli autisti di professione) e gli pneumatici con il 6,7%. Questi ultimi, oggetto di una domanda specifica, vengono considerati importanti per la sicurezza dal 96,4% degli intervistati e più dell‘85% li controlla con molta attenzione: sono soprattutto uomini, di età compresa tra i 45 e i 64 anni, residenti nel Sud (che ha strade peggiori) e in aree periferiche.

    I cambiamenti nell’industria evidenziati dall’Osservatorio Continental su Mobilità e Sicurezza

    Il contributo di Paolo Lobetti Bodoni ha evidenziato i cambiamenti dell’automotive, inteso in senso allargato, catalizzati dalla pandemia. L’analista di Ernst & Young ha parlato di un ecosistema-mobilità che i consumatori vorrebbero più affidabile, fatto di mezzi di trasporto più sicuri che interagiscono con la città. Si è infatti riscontrato che la sicurezza stradale (gli incidenti stradali in Italia nel 2019 sono costati l’1% del PIL) è stata affiancata dalla tutela della propria salute. L’analista ha confermato “i cambiamenti nelle abitudini: durante il lockdown le ricerche online riguardo le auto private e il camminare sono salite e quelle sui mezzi pubblici sono diminuite. L’industria avrà degli effetti per questo cambio di abitudini. La mobilità si riprenderà lentamente e tutti gli operatori, compresi quelli del trasporto pubblico e del car sharing, dovranno ripensare i loro modelli. Lo smartworking imporrà mutazioni alle città e la spinta green coinvolgerà i veicoli, la micromobilità e anche il rispetto delle persone che viaggiano con noi. Le tecnologie della guida autonoma sono già oggi molto importanti per la sicurezza e la mobilità ‘smart’. Quest’ultima poggia su 4 aspetti: guida autonoma (soprattutto per certi tipi di veicolo), connettività, condivisione e trazione elettrica“.

    Esigenze che cambiano nella mobilità e sicurezza

    Una “mappa” ha visualizzato la percezione di sicurezza e la percentuale di possesso dei vari mezzi delle mobilità: lo spostamento nella percezione della sicurezza rispetto al 2019 è stato evidente. La micromobilità, anche condivisa, il noleggio/lesing e l’auto privata hanno guadagnato notevolmente mentre il car pooling, lo sharing e il ride hailing hanno perso molta delle loro sicurezza percepita.

    Lobetti Bodoni ha evidenziato che “la collaborazione fra il pubblico e il privato è essenziale, ad esempio perché il diffondersi della micromobility non diminuisca la sicurezza della circolazione. Anche il trasporto pubblico on demand crescerà mentre lo sharing andrà ripensato e cambierà verso la community mobility, per i ‘congiunti’ o lavoratori della stessa azienda con certificati di sicurezza. Gli OEM, che sono il 46% del mercato totale della mobilità, sposteranno il profitto verso settori emergenti come l’elettrificazione, la connettività e l’analisi dei dati. Le città cambieranno: dovranno far coesistere monopattini e bus in sicurezza, il distanziamento e la sicurezza in scenari che rendono difficile la convivenza fra l’amministrazione e le scelte individuali. Il consumatore sarà meno fedele al marchio e più attento alla tecnologia, alla sicurezza e alla sostenibilità, come testimoniato dalla richiesta crescente di informazioni sull’aspetto green delle auto. Spingerà inoltre le Case a offrire servizi di mobilità e i decisori a legiferare con più attenzione alla sicurezza“.

    Scenari in movimento: la sicurezza al primo posto

    L’Osservatorio Continental su Mobilità e Sicurezza 2020 ha abbracciato molti temi e gettato una luce nuova sugli scenari del dopo pandemia. La sicurezza è al primo posto, sia quella sanitaria (l’igiene in officina è essenziale) sia quella che possono dare gli ADAS, sui quali è utile saper intervenire. Guardando avanti si potrà constatare una crescente importanza delle auto elettriche, ibride e a benzina, con le prime 2 che richiedono una formazione specifica. A proposito di nuovi powertrain: Alessandra Ghisleri ha riferito che sia la differenza fra emissioni di CO2 e quelle inquinanti sia fra i vari powertrain non è molto chiara. Siamo quindi sicuri che un operatore aftermarket in grado di ‘evangelizzare’ i clienti sui powertrain moderni sarebbe ben considerato.

    Nicodemo Angì

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