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martedì, 23 Aprile 2024
  • Volkswagen ID.4 e l’aftermaket, le cose da sapere

    Volkswagen ID.4 e l’aftermaket, un rapporto interessante

    I SUV elettrici medi e compatti sono ancora pochi ma i modelli disponibili stanno crescendo rapidamente. Fra i candidati al successo c’è sicuramente una delle tedesche più recenti, la ID.4. Ma cosa lega la Volkswagen ID.4 e l’aftermaket? È presto detto: i riparatori e ricambisti indipendenti si dovranno confrontare con quest’automobile che si inserirà nell’appetibile segmento dei SUV medi. Prendiamo l’interno tecnologico della ID.4: l’illuminazione ambiente, per esempio, ha anche le funzioni di avvisare il guidatore in caso di situazioni di potenziale pericolo.

    Volkswagen ID.4 e l’aftermaket che si confronta con le novità

    Il lancio del neonato SUV Volkswagen sta subendo qualche ritardo causato dal software e questo è già un indizio di quanto questa vettura sia tecnologica. È quindi impensabile metterci le mani senza la strumentazione adatta, tanto più che occorre sapere come riparare le auto elettriche.

    Una caratteristica che influenza Volkswagen ID.4 e l’aftermaket è la trazione, che è posteriore. La compattezza del powertrain elettrico, che non inficia la capacità del bagagliaio, sta infatti riportando in auge questa soluzione. La ID.4 nasce sulla piattaforma MEB, un tuttofare che si troverà anche nelle Audi e che consente di collocare la batteria tra i due assi e sotto il pavimento, a tutto vantaggio del posizionamento del baricentro. La distribuzione dei pesi è bilanciata fra i 2 assi e le ruote anteriori, con il classico McPherson, possono sterzare molto perché non limitate dai giunti omocinetici. L’assale posteriore è un sofisticato multilink a cinque bracci che guida con precisione gli scuotimenti delle ruote e permette di controllare bene la potenza (può arrivare a 204 CV) e la coppia.

    I freni della Volkswagen ID.4 e l’aftermaket

    Il pack Sport Plus comprende anche le sospensioni attive DCC, che controllano 200 volte al secondo lo smorzamento degli ammortizzatori in funzione delle situazione di guida e delle condizioni della strada. Per contenere il peso e migliorare l’autonomia alcune delle parti delle sospensioni sono in lega leggera e questo materiale compare anche nei freni posteriori a tamburo. Il ritorno dei tamburi al posteriore è un altro effetto della trazione elettrica: la frenata rigenerativa li chiama in causa raramente e il fatto che le ganasce ‘ritornano’ perfettamente riduce gli attriti residui. Quelli della ID.4, prodotti da Continental,  dovrebbero durare quanto l’automobile proprio perché chiamati in causa raramente. I freni a tamburo, essendo chiusi, non evidenziano poi l’ossidazione dei dischi usati poco; la questione, ben presente come quella dell’attrito residuo, è stata affrontata da Brembo con i dischi Greentive e le molle Enesys.

    Si segnala anche il Vehicle Dynamics Manager, introdotto sulla Golf 8, che lavora insieme all’ESC e interviene selettivamente sui freni delle singole ruote anche in sinergia con il DCC. Volkswagen ID.4 e l’aftermaket: una combinazione quindi interessante a patto di informarsi a dovere prima di intervenire!

    Nicodemo Angì

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