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venerdì, 26 Aprile 2024
  • Non si ferma il post-vendita, officine open in tutta Italia

    Non si ferma il post-vendita: officine aperte in Italia anche nelle zone rosseNon si ferma il post-vendita: officine aperte in Italia anche nelle zone rosse.

    Con l’entrata in vigore, fino al 3 dicembre 2020, delle misure a zona per il contenimento del contagio da Covid-19, introdotte dal Governo con il DPCM del 3 novembre 2020, concessionarie e officine di autoveicoli restano aperte su tutto il territorio nazionale, comprese le cosiddette “zone rosse”, che al momento interessano le regioni Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta.

    Post-vendita: servizio di primaria necessità per il Paese

    Le attività della rete di vendita e assistenza autoveicoli, insieme a quelle di rivenditori di parti e accessori, rientrano, infatti, così come fu nel primo lockdown di marzo, nella lista delle attività di commercio al dettaglio necessarie. La loro apertura al pubblico è ovviamente soggetta al rispetto delle disposizioni relative all’autocertificazione dei movimenti e all’applicazione del protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19, sottoscritto il 24 aprile scorso.
    Stiamo parlando di soggetti che svolgono importanti funzioni di servizio alla mobilità delle persone e delle merci, a maggior ragione in un momento in cui la mobilità privata vede rafforzato il suo ruolo a protezione della sicurezza delle persone.

    L’appello: lavorare sempre in sicureza nel post-vendita

    “In una fase così difficile per il Paese, la filiera automotive italiana non può che sposare pienamente l’appello a rispettare tutte le prescrizioni e misure di sicurezza in vigore per contrastare l’aggravamento della pandemia – afferma Gianmarco Giorda, direttore di ANFIA – a tutela di tutti i lavoratori, fornitori e clienti. Proseguire le attività in sicurezza è quantomai importante in questi mesi, per evitare un nuovo tracollo del mercato, che provocherebbe conseguenze devastanti per il settore. Voglio ricordare quanto duramente quest’ultimo sia stato colpito dal precedente lockdown nazionale, che aveva visto la chiusura dei concessionari dal 12 marzo al 3 maggio e la sospensione delle attività produttive non essenziali dal 22 marzo, con il conseguente quasi azzeramento delle vendite di autovetture (-85,4% a marzo e -97,5% ad aprile, con un ribasso del 51% nel bimestre, rispetto a marzo-aprile 2019) e crolli molto pesanti anche nei comparti dei veicoli commerciali e industriali.
    Ora che la domanda di auto, dallo scorso agosto, è risultata in recupero grazie alla spinta degli incentivi – il consuntivo dei primi 10 mesi del 2020 è comunque a -30,9% e per fine anno è prevista una contrazione complessiva del 25% rispetto al 2019 – un ulteriore arresto sarebbe impensabile”
    . “Guardando al futuro – conclude Giorda – è fondamentale attuare, nella cornice del Recovery Plan, un piano di interventi per il riposizionamento strategico e il vantaggio competitivo della filiera industriale automotive italiana, chiamata a uscire vittoriosa non solo dalla crisi Covid, ma anche dalla rivoluzione green e digitale”.

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