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venerdì, 26 Aprile 2024
  • Massimo Pellegrino (ANFIA): le opportunità aftermarket del 2023

    Massimo Pellegrino (ANFIA): le opportunità aftermarket del 2023L’intervista a Massimo Pellegrino per Inforicambi

    Il 2022 giunge al termine e, come ogni anno, Inforicambi chiede agli addetti ai lavori un consuntivo: ecco il pensiero di Massimo Pellegrino, Coordinatore della sezione Aftermaket di ANFIA. Il nostro interlocutore, intervistato lo scorso agosto, aveva ravvisato nell’inflazione un fattore limitante delle capacità di spesa delle famiglie, con impatti anche sull’aftermarket. A distanza di qualche mese “si è riscontrata più attenzione alle voci di spesa della manutenzione delle automobili. L’automobilista appare più ‘concentrato’ nelle valutazioni anche se il fatturato ha mantenuto segnali positivi, seppur meno buoni di quelli del primo semestre. Nei primi mesi del 2023 l’intera filiera cercherà di capire l’evolversi della situazione e della domanda, tenendo conto che questo quarto trimestre non è brioso come i primi“.

     

    Massimo Pellegrino ha incontrato la filiera aftermarket

    Nel corso di un evento organizzato a Roma Pellegrino, che è anche Manager IAM Italy e Malta per ZF, ha incontrato gli esponenti di tutta la filiera, compresi i ‘canalizzatori’, ossia le assicurazioni e i gestori delle flotte. Da questi incontri è emersa “una marcata attenzione ai costi delle riparazioni e delle manutenzioni, tranne, ovviamente, nel caso degli interventi in garanzia. Nel caso dei tagliandi e delle riparazioni per i quali si paga in prima persona si è assistito alla moltiplicazione dei preventivi chiesti al riparatore e al ricambista e quindi si percepisce che l’automobilista è molto attento a come e quanto spende“. ANFIA-Aftermarket è piuttosto attiva nel tenere i contatti con la filiera, organizzando per esempio periodicamente una riunione plenaria con le aziende che ne fanno parte.

     

    Prezzi in aumento e scarsità: quali conseguenze per l’aftermarket?

    Massimo Pellegrino aveva in precedenza evidenziato come le tensioni sui pezzi e la carenza dei semiconduttori potessero inquadrarsi in “due macrotematiche: la prima connessa alla disponibilità dei componenti, che dopo l’estate è migliorata; questa tendenza positiva è però meno evidente per i semiconduttori. L’altro grande tema è il costo di energia e materie prime, che appare fuori controllo al punto che alcune produzioni vengono fermate o rallentate perché antieconomiche. Questo si osserva soprattutto in prodotti a basso valore aggiunto. prezzi delle materie prime continuano ad oscillare – in questa fine d’anno tendono a aumentare di nuovo – e questo mette i produttori della filiera sotto pressione riguardo il reale costo di produzione di un componente. Una volta appurato questo costo si apre l’interrogativo su come e quanto riuscire a recuperare, almeno parzialmente, gli aumenti“.

     

    L’aftermaket fra anticiclicità e aumento dei prezzi

    Il settore del post-vendita è generalmente anticiclico perché ha dei vantaggi quando le vendite di veicoli nuovi rallentano. Lo scenario attuale, con le sue spinte inflazionistiche, mette però in discussione questo schema. Per il 2023 “possiamo pensare che durante il primo semestre aumenteranno sia i prezzi sia la disponibilità dei componenti. Lo stesso periodo presenterà inoltre un immatricolato di livello non molto alto. Per il secondo semestre – le stime qui sono meno precise – è ipotizzabile un aumento delle immatricolazioni e quindi un mercato aftermarket in crescita meno accentuato. I prossimi 2/3 anni saranno comunque positivi per il post vendita proprio perché il triennio 2020/2022 ha visto un calo delle vendite dei veicoli nuovi e questo sta aumentando ulteriormente l’anzianità del circolante e quindi le possibilità di lavoro del post vendita”.

     

    La transizione energetica nelle parole di Massimo Pellegrino

    Le decisioni europee nel settore della decarbonizzazione dei trasporti sono confermate: stop alle vendite di nuovi veicoli con motori endotermici dal 2035 con la possibilità di un aggiustamento degli obiettivi nel 2026. Massimo Pellegrino pensa che ci saranno “difficoltà nella produzione e nel trasporto dell’energia elettrica necessaria a questi veicoli. Nel 2026 si avrà una valutazione su, per esempio, gli impatti occupazionali e le possibilità, per gli automobilisti, di acquistare veicoli elettrici. La strada sembra però ormai segnata e i margini di manovra sembrano essere limitati a cambiamenti nella tempistica. ANFIA dialoga con il Governo chiedendo di rivalutare soluzioni quali gli E-Fuel e l’Idrogeno e un fondo europeo per la transizione e la reindustrializzazione, che possa accompagnare i produttori verso i nuovi componenti. La riconversione, poi, dovrebbe riguardare anche la formazione di chi deve produrre questi nuovi elementi e di chi li dovrà manutenere/riparare. Per fortuna gli effetti saranno progressivi perché fino al 2045 circa i veicoli con i motori endotermici saranno ancora molti: occorre però muoversi in anticipo, con tutta la filiera“.

     

    Scenari per l’aftermarket nel 2023

    L’atteggiamento del nuovo Governo è apparso “attento alle esigenze della filiera e conscio della sua importanza industriale ed economica per l’Italia: essa vale infatti il 18% del Pil. Il 2023 si prospetta positivo per l’aftermaket con l’incognita di un’inflazione che potrebbe colpire gli italiani soprattutto in questi mesi invernali. Se per esempio le bollette energetiche dovessero essere pesanti non si potrà escludere uno slittamento degli interventi di manutenzione verso la primavera. In ogni caso le difficoltà nella sostituzione dei veicoli potranno indurre gli automobilisti a fare una manutenzione di qualità per prolungare la vita di quelli già in loro possesso“.

    Nicodemo Angì

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