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martedì, 23 Aprile 2024
  • Fit for 55 per l’aftermarket, i riflessi della transizione energetica

    Cosa implica il Fit for 55 per l’aftermarket?

    L’anno fatidico sarà il 2035: a partire dal 1° gennaio nei Paesi dell’Unione Europea non saranno più vendibili, a meno di cambiamenti in corsa, veicoli dotati di motore a scoppio: qualle sarà l’impatto sull’aftermarket automotive . Questo divieto riguarderà quindi anche la automobili ibride e quelle alimentate a gas, comprese quelle che usano l’idrogeno in un motore a combustione. Si tratta della parte automotive di un ambizioso piano che mira a diminuire del 55% rispetto al 1990 le emissioni europee di gas a effetto serra, fra i quali i più pericolosi sono la CO2 e il metano. Ritorniamo sull’argomento delle implicazioni che avrà il Fit for 55 per l’aftermarket con lo stop ai motori endotermici al 2035. È appena il caso di dire che, considerata l’attuale anzianità del parco circolante, moltissime automobili convenzionali, vendute nel corso del 2034, rimarranno in circolazione fino al 2045/2050 e avranno quindi bisogno delle reti del post-vendita, siano esse ufficiali o indipendenti. Si tratta di un orizzonte che dà abbastanza tempo allo IAM per prendere contromisure efficaci.

     

    Componentisti, filiera e Fit for 55 per l’aftermarket

    Questa transizione non sarà assoluta dato che si è lasciata la porta aperta a carburanti alternativi quali i biogas (Metano e GPL da biomasse), quelli carburanti sintetici e l’Idrogeno; la loro posizione sarà però rivalutata nel 2026. È poi molto interessante notare che grandi gruppi come Tenneco si stanno impegnando nel settore degli e-Fuel. Ricordiamo poi che il cosiddetto emendamento ‘Salva Ferrari‘, presentato da europarlamentari italiani e approvato dal parlamento europeo, proroga la deroga alle regole comunitarie riguardo le emissione di CO2 per i produttori che costruiscono fra 1000 e 10mila veicoli all’anno. Lo spostamento della produzione verso i veicoli elettrici ha ovviamente generato molte preoccupazioni in tutto il post vendita e la sua filiera: il Fit for 55 per l’aftermarket equivale a un progressivo ridimensionamento delle attività specifiche (pochi esempi: turbocompressori, iniettori, distribuzione e post trattamento dei gas di scarico) dal lato sia della produzione sia della manutenzione.

     

    Rendere indolore il Fit for 55 per l’aftermarket

    Il Governo, ancorché dimissionario, ha preso coscienza della duplice esigenza di sostenibilità ambientale ed economica delle aziende e ha quindi varato sovvenzioni per decarbonizzare e aumentare la circolarità delle attività, diminuire l’uso della plastica e altro ancora. Questo provvedimento riguarda anche il post vendita automobilistico ed è quindi una sorta di patto green per l’aftermarket automotive. Ancor più importante è però il Fondo Automotive, dotato di 8,7 miliardi destinati sia a nuovi incentivi per le auto a basse emissioni sia al sostegno della riconversione industriale della filiera e per la crescita della dimensione media delle imprese italiane dell’automotive. Questa dotazione sarà destinata alla riconversione produttiva (l’erogazione per il 2022 è di 700 milioni di euro per passare a 1 miliardo l’anno dal 2023 al 2030) intesa a “favorire la transizione verde, la ricerca, gli investimenti finalizzati all’insediamento, alla riconversione e riqualificazione verso forme produttive innovative e sostenibili“. Negli stessi anni saranno erogati anche 500 milioni l’anno (150 milioni per il 2022) per: “promuovere la ricercae lo sviluppo della tecnologia dei microprocessori e l’investimento in nuove applicazioni industriali di tecnologie innovative, anche tramite la riconversione di siti industriali esistenti e l’insediamento di nuovi stabilimenti nel territorio nazionale. Contributi anche dal Fondo nuove Competenze per la formazione nelle aziende, in modo da far crescere la qualificazione dei lavoratori. Il Fit for 55 per l’aftermarket sarà quindi impegnativo e, se alcune produzioni e attività perderanno d’importanza, altre manterranno la loro valenza (pensiamo ai comparti pneumatici, sospensioni, carrozzeria…) e altre nasceranno o aumenteranno il loro lavoro: elettronica, controllo/manutenzione delle batterie al Litio, infrastrutture di ricarica. Spetto agli operatori formarsi e informarsi per mettersi in condizione dei gestire il cambiamento invece di subirlo, ottenendo anche contributi economici.

    Nicodemo Angì

     

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