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sabato, 27 Aprile 2024
  • BBS torna all’aftermarket ed abbandona gli OEM?

    BBS torna all’aftermarket e al tuning per uscire dalle difficoltà.

    Quando si parla di cerchi in lega vengono in mente luccicanti e dinamiche ruote ma non si pensa spesso al lato industriale: oggi riferiamo che il noto produttore BBS torna all’aftermarket. La stampa tedesca ha riportato infatti che la travagliata vicenda societaria di BBS potrebbe ‘tranquillizzarsi’ grazie all’acquisizione da parte di KW, specialista di assetti e sospensioni speciali. Ma cosa si intende quando si dice che BBS torna all’aftermarket? L’azienda non è solo un fornitore del post-vendita ma forniva i suoi cerchi anche come primo impianto. Inforicambi ha già citato questo business, ad esempio parlando della serie speciale della Lexus IS 500 F Sport performance o della cattivissima Toyota Yaris GRMN, entrambe equipaggiate con cerchi BBS. Non meno importante è il filone dell’aftermarket e del tuning, dato che BBS fa parte dell’assortimento di specialisti come N.T.P., azienda che non solo è attiva da 30 anni ma fornisce consulenze alle Case automobilistiche.

     

    BBS torna all’aftermarket dopo anni tormentati

    Secondo la Badische Zeitung la fornitura come primo impianto, per quanto prestigiosa, non è mai stata profittevole nel lungo periodo e questo ha contribuito a destabilizzare BBS che ha dichiarato bancarotta 3 volte in 13 anni. Nella prima, avvenuta nel 2007, sono stati chiamati in causa errori manageriali e aumenti incontrollati dei costi di produzione. Nel 2010 la bancarotta si è ripetuta e BBS è stata poi acquisita nel 2012 dalla holding industriale austriaca Tyrol Equity AG mentre la divisione Motorsport è andata al giapponese Ono-Group. Ci sono stati anche altri assestamenti, ad esempio nel 2015 quando la holding coreana Nice è diventata azionista di maggioranza. Nel 2020 – anno del 50ennale dalla fondazione – la terza dichiarazione di insolvenza, che ha come concausa il crollo delle vendite dovuto alla pandemia.

     

    Scelte dolorose per BBS che torna all’aftermarket e al tuning

    Il passaggio a KW e il contestuale abbandono delle forniture di primo impianto non saranno indolori: si potrebbero infatti perdere 160 posti di lavoro. Si tratta di circa il 36% dell’attuale forza lavoro, come comunicato dal sindacalista Stefan Prutscher. Si sta predisponendo una sorta di cassa integrazione di 7 mesi all’85% dello stipendio ma anche gli altri lavoratori potrebbero avere delle conseguenze, come una riduzione nelle ferie. Il sindacato, il consiglio di fabbrica ed esponenti della società acquirente i stanno negoziando ma sembra che l’offerta di KW sia l’ultima spiaggia per evitare la chiusure definitiva dei 2 stabilimenti tedeschi di Schiltach e Herbolzheim. Le altre offerte pervenute consistevano soltanto nell’acquisto del prestigioso marchio – che ha anche un prestigioso curriculum nelle competizioni di alto livello – per produrre chissà dove. Un portavoce di KW ha indicato il ritorno all’aftermaket è l’unica strada per una sostenibilità di lungo periodo mentre Prutscher ritiene che i 2 attuali impianti verranno chiusi per trasferire le attività in un nuovo stabilimento. Il sindacalista è convinto che “il nuovo impianto sarà nella stessa zona dei 2 attuali: la competenza dei lavoratori non può essere dispersa“. Gli esperti ritengono che la rete dei distributori e rivenditori di KW potrebbe favorire la soluzione di BBS che torna all’aftermarket: gli assetti e le sospensioni sono complementari ai cerchi speciali e l’insieme è uno degli elementi trainanti del tuning.

     

    Nicodemo Angì

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