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mercoledì, 24 Aprile 2024
  • L’auto tra 10 anni, 4 su 5 saranno ancora a benzina o diesel

    DI FILIPPO PANZA

    Milano – Che la coscienza ambientalista a livello collettivo sia cresciuta molto negli ultimi anni è piuttosto evidente. E i Fridays for Future, che stanno coinvolgendo migliaia di giovani in tutto il mondo, sono soltanto l’ultima prova di una sensibilità molto diffusa su temi come il riscaldamento globale, il cambiamento climatico e l’inquinamento atmosferico. Eppure, se da un lato tutto questo è vero, dall’altro l’uso delle automobili, nell’immaginario pubblico uno dei tanti imputati, più o meno reali, al banco dei colpevoli per l’emissione di sostanze nocive nell’aria, continuerà ad essere una priorità anche nel prossimo futuro. Con conseguenze possibilmente benefiche per il fatturato del settore post-vendita automobilistico. Almeno è quanto emerge dagli ultimi dati forniti da GiPA, multinazionale leader di mercato nel post vendita automobilistico, con un’esperienza ultratrentennale nell’industria automotive e nelle analisi statistiche e di marketing. Che li ha mostrati all’Hotel Gallia di Milano, in occasione dell’assegnazione del “Trofeo della Stampa 2019”. Premio da consegnare nel corso di Autopromotec, la rassegna internazionale biennale delle attrezzature e dell’aftermarket automobilistico in programma a Bologna dal 22 al 26 maggio 2019. I dati attestano che il 90 per cento degli automobilisti pensa che fra 5 anni le quattro ruote saranno più o tanto importanti rispetto ad oggi. Percentuale che scende solo al 76 per cento se la proiezione si sposta a 20 anni. Inoltre gli automobilisti mostrano poca voglia di cambiare le proprie scelte in tema di automobili. Per cui nelle intenzioni di acquisto future confermano nella maggior parte dei casi, come alimentazione, la benzina e il diesel. Che, fra 10 anni, dovrebbero avere un impatto dell’84 per cento sul parco circolante. Lasciando le briciole all’elettrico e all’ibrido.

     

    IMMATRICOLAZIONI 

    Marc AguetazzL’analisi illustrata da Marc Aguettaz (nella foto), Amministratore delegato di GiPA Italia, parte dal presente per guardare poi anche al passato e al futuro. Poco meno di 2 milioni di vetture immatricolate nel 2018. Un dato sostanzialmente in linea con il 2017 e a chiusura di un ultimo triennio positivo. “La crisi per la vendita delle auto nuove si è avuta soprattutto tra il 2012 e il 2015 – spiega Aguettaz – in quel quadriennio si sono perse 2,4 milioni di auto rispetto al quadriennio precedente e 3,7 rispetto al 2004-2007″. Se, allargando il discorso, in Italia nel 2018 il parco circolante GiPA, che è presente in 30 Paesi di 4 Continenti e da poco anche in Corea del Sud, è di oltre 32 milioni di vetture, il trend generale evidenzia una crescita del numero di vetture del 36 per cento negli ultimi 25 anni. E il futuro? “Con quasi 20 milioni di vetture nuove nei prossimi 10 anni, il parco crescerà di 60mila vetture all’anno, ad un ritmo dimezzato rispetto al periodo 2008-2018” annuncia l’Amministratore delegato di GiPA Italia.

     

    MOTORIZZAZIONI

     Squadra vincente non si cambia, è un famoso modo di dire. E può valere anche per l’acquisto dell’auto nuova. Le analisi condotte da GiPA, che effettua più di 200 studi ad hoc ogni anno con oltre 100mila interviste face-to-face, infatti, dicono che nel 2018 il 78 per cento degli automobilisti già in possesso di auto diesel, che in Italia ha ancora un peso forte e stabile, vuole riacquistare una vettura con questo tipo di alimentazione. Percentuali più basse, ma comunque significative nella stessa direzione, anche per chi attualmente ha scelto la benzina, l’ibrido o l’elettrico. “Sembra esserci, in ogni caso, una forte correlazione tra la motorizzazione dell’auto attualmente posseduta e le intenzioni di acquisto – spiega Aguettaz – l‘impatto sul circolante al 2028 è piuttosto sorprendente: 47,9% benzina, 36,1% diesel, 11,4% ibrido, 4,6% elettrico”.

     

    POST-VENDITA

    autoricambiQuale sarà il futuro del mercato dell’aftermarket in Italia? Nessuno ha la palla di cristallo. E gli indovini in genere si occupano di altre tematiche. Ma i dati di GiPA danno indicazioni interessanti. “Il fatturato post-vendita ha resistito maggiormente alla crisi, mantenendosi intorno ai 20 miliardi di euro all’anno in tutto il periodo dal 2007 al 2018 – afferma l’Amministratore delegato di GiPA Italia – il fatturato del nuovo, invece, si è quasi dimezzato tra il 2007 e il 2013 e nel 2018 ha un valore di 31,3 miliardi di euro”. Per il post-vendita uno stato generale di salute stabile, quindi, che apre scenari tutti da scoprire per questo settore strategico dell’automotive. “Nei prossimi 5 anni il parco circolante in Italia aumenterà soprattutto nella fascia di età media delle auto con meno di 5 anni e più di 15 – spiega Aguettaz – questo può essere un rischio, ma allo stesso tempo un’opportunità per l’aftermarket. Di sicuro – continua – se gli autoriparatori saranno capaci di migliorarsi, lo stesso succederà anche alle auto e alla sicurezza generale sulle strade”.

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