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lunedì, 29 Aprile 2024
  • Ammortizzatori elettronici aftermarket ZF, la gamma raddoppia

    Ammortizzatori elettronici aftermarket ZF, la gamma raddoppiaAmmortizzatori elettronici aftermarket ZF, sempre più referenze

    Aumentano i modelli di automobili che possono usare ammortizzatori elettronici aftermarket ZF: entro la fine di luglio saranno aggiunti altri 33 codici. L’avanzare della tecnica sta facendo diffondere sempre di più quest’importante dotazione tecnica, della quale possono avvalersi per esempio le Alfa Romeo Giulia, Stevio e Tonale, diverse Volkswagen e Audi e molte altre vetture. Per assecondare questa costante espansione ZF Aftermarket ha comunicato di aver notevolmente ampliato il proprio catalogo di ammortizzatori elettronici destinato all’aftermarket indipendente: i nuovi codici hanno più che raddoppiato il numero dei suoi ricambi originali a marchio Sachs. L’assortimento di questi ricambi continuerà a crescere nei prossimi mesi: gli ammortizzatori Sachs CDC (Continuous Damping Control, smorzamento controllabile con continuità) sono stati prodotti in oltre 34 milioni di esemplari ed è quindi sempre più possibile che un’officina IAM veda entrare un’automobile che ne è dotata.

     

    L’ampliamento del catalogo degli ammortizzatori elettronici aftermarket ZF

    I nuovi codici coprono diversi modelli fra i quali l’Audi A6, le BMW 5, 6 e 7 e la Porsche Macan e si aggiungono a quelli introdotti qualche tempo fa. Il riparatore aftermarket deve prima di tutto esser certo che il veicolo monti ammortizzatori elettronici, cosa non banale perché potrebbe essere che neanche il proprietario del veicolo sia a conoscenza di questo equipaggiamento. Se il veicolo è dotato di ammortizzatori con valvola esterna (è quella che regola l’entità dello smorzamento) posizionata in basso allora il riconoscimento è facile, anche perché da essa esce un cablaggio elettrico. Se la valvola è interna allora l’unico segno esteriore è il filo elettrico ma se esso esce, per esempio, dalla parte superiore di un ammortizzatore montato sull’asse posteriore, esso potrebbe non essere visibile nemmeno quando si cambia la ruota. ZF Aftermarket suggerisce quindi di verificare la presenza, nell’abitacolo, di interruttori o pulsanti con il simbolo di un ammortizzatore, che potrebbe essere anche visualizzato nella strumentazione.

     

    A caccia del guasto

    Il noto componentista fa notare che le sospensioni attive durano a lungo ma sono soggette alle stesse usure di quella convenzionali. Se per esempio la tenuta idraulica del pistone dell’ammortizzatore è usurata, l’olio riuscirà a trafilare e si creerà un bypass che il sistema di controllo elettronico non può compensare. La presenza di una parte elettromeccanica aggiunge poi una nuova classe di danneggiamenti, quelli agli impianti elettrici ed elettronici. Si potranno vedere quindi cavi danneggiati, connettori corrosi e danni ai sensori ma non finisce qui: le martore, per esempio, tendono a masticare cavi e tubi interrompendoli. È chiaro che danneggiamenti del genere sono rilevati dalle centraline, che avviseranno il guidatore con allarmi e spie; in alcuni veicoli si attiverà una modalità di emergenza se la regolazione dell’ammortizzatore attivo fallisce. Il conosciuto fornitore, quindi, non fornisce solamente ammortizzatori elettronici aftermarket ZF ma anche una formazione pratica di due giorni per istruire i meccatronici riguardo la risoluzione dei problemi e la riparazione delle sospensioni elettroniche. Avevamo già visto questa rilevante informazione tecnica dedicata agli ammortizzatori convenzionali e quindi il riparatore che acquista gli ammortizzatori elettronici aftermarket ZF potrà comunque contare sulla consueta formazione dedicata.

    Nicodemo Angì

     

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