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venerdì, 26 Aprile 2024
  • Accesso ai dati Aftermarket, facciamo il punto

    Accesso ai dati Aftermarket, facciamo il puntoLa questione dell’accesso ai dati aftermarket attraversa nuove decisioni.

    Se le informazioni sono il nuovo petrolio è importante che il post vendita indipendente possa usarle: l’accesso ai dati aftermarket dovrebbe essere un diritto. In realtà la situazione è tutt’altro che risolta perché, anche se le Istituzioni europee sono orientate verso soluzioni che possano consentire allo IAM di accedere alle informazioni dei veicoli, le Case non vedono di buon occhio il binomio l’accesso ai dati aftermarket. Ritorniamo al 3 novembre 2022, data nella quale si è svolto l’evento Associations in Motion presso il polo espositivo AAPEX di Las Vegas. L’incontro, frutto della cooperazione fra Autopromotec e AAPEX, ha visto partecipanti arrivati da America, Asia, Australia ed Europa. Uno dei temi più dibattuti – è scontato dirlo – è stato l’accesso ai dati e la libera concorrenza: dai 4 angoli del mondo si è ribadito che i dati e le informazioni tecniche devono essere a disposizione di tutti gli attori dell’aftermarket per garantire una mobilità moderna nella quale possano convivere competitività, sostenibilità ed efficienza. Ricordiamo che la Corte di giustizia europea ha statuito che l’accesso ai dati aftermarket a condizioni non proibitive è un diritto.

     

    Accesso ai dati aftermarket, una richiesta pressante

    L’Unione Europea sta discutendo il Data Act, è una proposta di legge molto avanzata e che mira a introdurre l’accesso ai dati da parte dei soggetti che hanno contribuito a generarli. Esso fissa anche parametri per remunerare chi detiene i dati senza però che questo possa scoraggiare chi ha diritto ad accedervi. Questo regolamento è oggetto di dibattito a Bruxelles e dovrebbe essere convertito in legge verso la fine del primo semestre 2023. Per quel che riguarda l’accesso ai dati aftermarket EGEA e l’alleanza AFCAR, che spinge per il right to repair, ritengono però che occorra una legge specifica per l’aftermarket automobilistico che promuova una mobilità sostenibile che è fatta anche di libertà nella scelta a chi affidarsi per riparazione e manutenzione. Va dato atto alla Commissione Europea di aver manifestato una certa sensibilità a queste appello, promuovendo una consultazione pubblica. EGEA e AFCAR hanno recepito questa opportunità e hanno proposto regolamenti specifici per l’accesso ai dati aftermarket, che arrivi anche alle funzioni e non soltanto ai numeri. L’indicazione è stata presa in considerazione e in questi mesi dovrebbe svilupparsi una modifica del regolamento sull’omologazione dei veicoli a motore (è il 2018/858) che fissi le modalità per l’accesso ai dati di bordo, lo scambio dei dati fra il veicolo e l’esterno e regolamenti la cybersecurity. La questione non finisce però qui perché rimane sul tappeto il delicato tema dei ricambi captive, sollevato per esempio da Alessandro Angelone.

     

    Sono tanti gli aspetti dell’accesso ai dati aftermarket

    La questione è contemplata nelle Motor Vehicle Block Exemption Regulations, quell’MV BER che introduce delle norme transitorie che possano guidare il mercato verso la concorrenza completa. La possibilità di eseguire i tagliandi presso un’officina indipendente senza invalidare la garanzia e il poter vendere ricambi di qualità equivalente con il marchio del componentista, per esempio, sono opportunità scaturite dalla BER proposta da Mario Monti, che è stata prorogata di 5 anni. Fra gli obiettivi della MV BER è importante l’assicurare che le parti di ricambio, quale che ne sia la provenienza, siano utilizzabili da tutti gli operatori senza barriere. Questo implica però che ogni ricambio sia comodamente e univocamente identificabile e questo è un altro aspetto dell’accesso ai dati aftermarket. La possibilità di reperire, per tutti, a costi ragionevoli e agevolmente, le informazioni tecniche appare molto importante nello scenario attuale, che vede la progressiva diffusione di nuovi tipi di veicoli che avranno anche parti diverse da quelle attuali fornite da tantissimi nuovi componentisti. Una modifica all’MV BER è quindi inevitabile e si spera che le Istituzioni europee vecchie e nuove (il prossimo Europarlamento verrà eletto nel 2024) continuino a mostrarsi sensibili a questi temi.

    Nicodemo Angì

     

     

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