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venerdì, 01 Agosto 2025

Lubrificanti: sette miti da superare per una manutenzione consapevole

Lubrificanti: sette miti da superare per una manutenzione consapevole

L’olio è un elemento cruciale per la salute del propulsore: lubrifica, raffredda e contribuisce a mantenere puliti i componenti interni del motore. Ignorare anche solo una di queste funzioni può avere conseguenze gravi. Per evitare danni, è sufficiente seguire le indicazioni del costruttore, usando lubrificanti omologati e rispettando le scadenze previste. Tuttavia, nonostante i progressi della tecnologia motoristica, persistono ancora molte convinzioni errate sul cambio dell’olio. Eccone sette da archiviare definitivamente.

Intervalli dinamici e lubrificanti evoluti: il quadro è cambiato

Uno dei luoghi comuni più diffusi affonda le radici nei decenni passati, quando motori e oli erano meno sofisticati. All’epoca, era prassi sostituire il lubrificante ogni 6-8.000 km. Oggi, i veicoli moderni permettono intervalli anche di 20-30.000 km, grazie a oli ad alte prestazioni e alla manutenzione “dinamica”, che tiene conto non solo dei chilometri percorsi, ma anche delle condizioni d’uso reali. Anticipare il cambio non danneggia il motore, ma spesso si traduce solo in una spesa inutile. Un errore ben più grave è invece versare una quantità eccessiva di olio, operazione che può provocare danni seri al propulsore.

Un altro falso mito, ancora figlio del passato, è la necessità di cambiare l’olio prima di una partenza per un viaggio lungo. Quando la sostituzione avveniva ogni 8.000 km, aveva senso farlo prima di affrontare 2.000 km in autostrada. Oggi non è più così: se il livello è corretto e l’olio è recente, non ci sono controindicazioni alla partenza.

Anche l’idea che un olio più denso sia sempre migliore è ormai superata. In passato, era comune valutare la viscosità dell’olio a motore caldo, magari toccandolo con le dita, per decretarne l’efficacia. Oggi questa pratica è anacronistica e persino rischiosa: un olio troppo viscoso può compromettere la corretta lubrificazione, soprattutto a freddo. I lubrificanti moderni arrivano a specifiche come 0W-8, ideali per avviamenti a basse temperature e compatibili con i requisiti delle motorizzazioni più recenti. Alcune auto sono persino in grado di rilevare una viscosità errata e segnalare il problema attraverso la spia motore.

Lubrificanti scuri, oli sintetici e additivi: cosa c’è di vero?

Un altro mito da abbandonare è quello che considera l’olio scuro automaticamente da sostituire. In realtà, il colore non è indice di inefficienza: l’olio si scurisce proprio perché svolge la sua funzione, trattenendo in sospensione le impurità derivanti dalla combustione. Gli additivi detergenti e disperdenti sono studiati per questo scopo.

Parlando di oli sintetici, è vero che i primi prodotti disponibili sul mercato causavano problemi di compatibilità con alcune guarnizioni, ma si tratta di un problema superato. Oggi i lubrificanti sintetici sono perfettamente sicuri, offrono prestazioni elevate e si adattano a tutte le tipologie di motore. Anche la convinzione che non si possa tornare a un olio minerale dopo l’uso di uno sintetico è priva di fondamento, purché si rispettino le specifiche indicate dal costruttore.

Infine, attenzione agli additivi: nonostante le promesse commerciali, l’uso di prodotti esterni miscelati all’olio non è generalmente raccomandato. Meglio optare per lubrificanti già formulati per usi specifici, come quelli dedicati ad auto d’epoca o motori con un elevato chilometraggio.

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