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sabato, 27 Aprile 2024
  • Stellantis e l’accordo con i Sindacati: Fiom si oppone!

    Stellantis - Mirafiori - Fiat 500 elettrica

    Il Gruppo Stellantis dialoga con i sindacati sul futuro dei lavoratori e trova un accordo per le uscite volontarie dagli stabilimenti italiani.

    Accordo firmato da molte sigle sindacali, ma non dalla Fiom che si oppone e reputa la proposta come parte di “un’azione di svuotamento degli stabilimenti Stellantis” in Italia, conseguenza della strategia di disimpegno dell’azienda dal nostro Paese.

    Fiom, appendice metalmeccanica della Cgil, definisce anche “la scelta di aumentare la produzione di auto elettriche in Italia come un errore che sta causando la necessità di ridurre le spese e quindi il personale impiegato da Stellantis in Italia.

    Il nodo è quindi la riduzione continua e costante dell’organico – secondo Fiom, le incertezze sul futuro della produzione e un ingente utilizzo di risorse economiche.

    E’ pur vero che da alcuni anni Stellantis ha sospeso le assunzioni nei maggiori stabilimenti d’Italia, riducendo progressivamente la loro importanza e che la crisi del mercato delle auto elettriche, in cui sono specializzati soprattutto gli stabilimenti italiani, incide non poco, diventando infatti sempre meno sostenibile negli ultimi mesi.

    Per sopperire a questi gap, il 25 marzo Stellantis e alcuni dei sindacati hanno trovato e firmato un accordo per dare ai lavoratori la possibilità di dimettersi dagli stabilimenti a condizioni agevolate, riducendo quindi il personale impiegato senza ricorrere ai licenziamenti. Subito dopo Fiat ridefinirà il piano produttivo a seguito del cambiamento che sta attraversando il settore automobilistico mondiale.

    Stellantis ha 4 stabilimenti principali in Italia

    Mirafiori e Cassino con 2.700 addetti ciascuno, Pomigliano d’Arco con 4.200 dipendenti e Melfi con 5.700.

    Tra questi l’impianto torinese di Mirafiori potrebbe essere il più colpito dal calo della domanda nel mercato delle auto elettriche, in quanto è il più specializzato nel settore dell’ecosostenibilità.

    Proprio su Mirafiori la situazione è peggiorata dopo che anche la cinese Leapmotor ha rinunciato a produrre le proprie vetture in Italia, preferendo la Polonia.

    Qui i 2700 lavoratori sono divisi su due linee di prodotto: 968 per Maserati e sono appena entrati in cassa integrazione straordinaria con contratto di solidarietà fino a dicembre 2024. SUV Levante è appena uscito di produzione e il suo erede basato sulla piattaforma elettrica Stla Large non è stato ancora assegnato a questo stabilimento, ma anzi le previsioni sono quelle di vederlo affidato all’impianto di Cassino.

    Altri 1700 operatori sono impegnati invece sul versante Fiat, destinati alla produzione di 500 elettrica, che attualmente non supera le 215 unità al giorno.

    Anche per loro, l’azienda ha già varato un piano di cassa integrazione ordinaria per 11 settimane, con l’attesa dell’assegnazione possibile di un ulteriore modello che aiuterebbe a saturare la capacità produttiva largamente inutilizzata.

     

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