Dopo un primo semestre 2025 archiviato con perdite significative, Stellantis ha scelto di accelerare il percorso di rilancio. Il nuovo amministratore delegato, Antonio Filosa, ha delineato le priorità alla Kepler Cheuvreux Autumn Conference, fissando un obiettivo chiaro: tornare alla crescita già dall’ultimo trimestre dell’anno e consolidare i progressi nel 2026.
Il colosso nato dalla fusione tra FCA e PSA ha chiuso la prima metà dell’anno con un passivo di 2,3 miliardi di euro, una cifra che sottolinea la necessità di interventi immediati. La sfida ora di Stellantis è invertire la rotta attraverso una governance più snella, il rafforzamento dei segmenti compatti e una strategia internazionale mirata ai mercati chiave, in particolare Nord America ed Europa.
Citycar e compatte al centro della strategia Stellantis
Negli Stati Uniti, Stellantis punta a riconquistare clienti storicamente legati a SUV e pick-up con nuovi lanci e un portafoglio più mirato. In Europa, invece, la priorità è recuperare marginalità e quote di mercato, concentrandosi sui segmenti B e C, cruciali per la mobilità urbana ed extraurbana.
Un pilastro della nuova visione è rappresentato dalle citycar e dalle compatte elettriche, un settore che molti competitor hanno progressivamente abbandonato per i margini ridotti. Filosa, al contrario, ritiene queste vetture essenziali per la transizione energetica: consumano meno, inquinano meno e contribuiscono al rinnovo di un parco auto europeo obsoleto.
Modelli come la Fiat Grande Panda, la Citroen C3 di nuova generazione e la Opel Frontera testimoniano l’approccio del gruppo: sfruttare le sinergie di piattaforma per ridurre i costi e proporre veicoli accessibili a un pubblico più ampio.
L’Amministratore Delegato ha inoltre ribadito l’importanza della neutralità tecnologica: non solo elettrico, ma anche ibridi e soluzioni alternative per adattarsi a mercati che presentano esigenze diverse.
Questa visione trova allineamento con l’ACEA, che attribuisce parte del calo delle immatricolazioni in Europa, passate da 19 a 15 milioni di unità in pochi anni, alla rigidità delle normative sulle emissioni, non sempre accompagnate da misure concrete di sostegno ai consumatori.
Per rendere più rapida l’esecuzione dei piani, il comitato esecutivo è stato ridotto da oltre 30 a circa 15 membri. Una scelta che mira a garantire maggiore velocità decisionale e un legame diretto con le business unit operative.
Un altro tassello strategico è rappresentato dalla partnership con Leapmotor. La giovane azienda cinese, passata in pochi anni da 5.000 a 50.000 veicoli al mese, punta a raggiungere 600.000 unità entro la fine del 2025. Grazie alla joint venture, Stellantis ha già ottenuto risultati rilevanti in Germania, dove Leapmotor ha superato la connazionale BYD nelle vendite.
Il percorso resta complesso: la stagnazione del mercato europeo, la concorrenza dei costruttori cinesi e i tempi incerti della transizione energetica rappresentano sfide concrete. Tuttavia, la riorganizzazione interna e il ritorno di centralità delle compatte indicano un gruppo deciso a riaffermarsi come punto di riferimento nella mobilità globale.
Per Antonio Filosa la posta in gioco è chiara: riconquistare la fiducia degli investitori e posizionare Stellantis come leader di un’auto accessibile, sostenibile e capace di generare valore sui mercati internazionali.