L’Osservatorio sulla componentistica automotive italiana ha di recente pubblicato i dati relativi alla tenuta occupazionale e al fatturato delle oltre 2.000 imprese impegnare nella filiera automotive.
Cresce la propensione all’internazionalizzazione, le 2.167 imprese impegnate nella componentistica automotive sono impegnate in una fase di crescita che le sta portando a realizzare fatturati con costruttori diversi da Stellantis e Iveco, tuttavia la data del 2035 imposta dall’Unione Europea potrebbe avere pesanti ricadute sull’Europa, vista l’avanzata dei costruttori cinesi.
L’edizione 2023 dell’Osservatorio sulla componentistica italiana si è svolta presso l’Auditorium MAUTO, l’indagine è stata realizzata grazie alla collaborazione tra la Camera di Commercio di Torino e l’ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica).
Nel solo 2022 nel mondo sono state vendute meno di 82 milioni di unità per una decrescita dell’1,4% rispetto al 2021 e addirittura di oltre il 10% rispetto al 2019, l’area BRICS rappresenta il 43% della domanda globale di autoveicoli con oltre 35 milioni di unità, ottima la performance dei marchi cinesi, dopo una lieve contrazione nel 2020 segna un ulteriore incremento del 2,1% per un totale di 26,8 milioni di vetture immatricolate, un dato che corrisponde a un terzo dell’intero mercato mondiale.
Secondo una stima dell’ANFIA, in Italia la produzione di autoveicoli è rimasta sostanzialmente stabile, mentre la livello mondiale le previsioni sono positive, previsti oltre 92 milioni di autoveicoli, per una crescita pari all’8,4% rispetto al 2022.
E le azienda impegnate nella componentistica come procedono?
Nel 2022 le 2.167 imprese impegnate nella componentistica automotive (sono circa 167.000 gli addetti) hanno realizzato un fatturato pari a 55,9 miliardi di euro, rispetto al 2021 il fatturato è cresciuto del 9% per un incremento a livello occupazionale dello 0,5%.
“Monitoriamo una filiera sostanzialmente in salute, che nel 2022 ha registrato fatturato in aumento e dato occupazionale stabile, e che si sta interrogando e strutturando per affrontare le sfide importanti imposte dall’evoluzione del comparto, come la scadenza 2035 per i motori endotermici, l’ingresso sul mercato dei costruttori cinesi, le scelte ormai irrinunciabili in ambito ESG, a cui si aggiungono le preoccupazioni legate al contesto politico internazionale” spiega il Presidente della Camera di commercio di Torino Dario Gallina. “Le nostre imprese, comunque, mostrano un’attiva capacità di reazione, continuano a muoversi in contesti internazionali e a investire in ricerca e sviluppo per mantenersi competitive”.
Per Marco Stella, Presidente del Gruppo Componenti ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica): “Nel 2022 le esportazioni della componentistica italiana hanno proseguito il trend di crescita avviato l’anno precedente, con una variazione positiva del valore dell’export del 7,1%, per un ammontare totale di 23,5 miliardi di euro e un saldo positivo di 5,21 miliardi di euro. Nel panorama di una transizione energetica molto articolata, le imprese del comparto indicano come priorità di intervento la riduzione del costo dell’energia, la digitalizzazione del sistema impresa e i finanziamenti per le attività di ricerca e sviluppo, a cui possiamo a buon diritto aggiungere le misure di sostegno agli investimenti per le riconversioni produttive e di incentivazione al reskilling e upskilling dei lavoratori“.