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venerdì, 13 Dicembre 2024
  • ANFIA e MIMIT: un nuovo accordo per la transizione energetica

    ANFIA e MIMIT

    ANFIA e MIMIT hanno siglato oggi a Palazzo Piacentini un protocollo d’intesa che identifica in modo chiaro le priorità e gli interventi da effettuare per favorire la transizione energetica della filiera automotive italiana al 2030.

    L’accordo tra Adolfo Russo Ministro delle Imprese e del Made in Italy e Roberto Vavassori, Presidente di ANFIA, punta a stimolare la produzione di veicoli prodotti negli stabilimenti italiani, ciò può avvenire anche grazie anche attraverso strumenti di supporto ed investimenti produttivi in ricerca e innovazione.

    Decarbonizzare, ampliare la capacità di produzione, investire in tecnologica e nuovi componenti al fine di consentire all’industria automotive italiana di essere leader nel settore.

    L’accordo tra ANFIA e MIMIT vuole favorire lo sviluppo della mobilità sostenibile secondo un approcciò basato sulla neutralità tecnologica.

    Il protocollo di oggi rappresenta un passo importante nella strategia di politica industriale dell’automotive in cui ci focalizziamo sullo sviluppo e sulla riconversione della filiera italiana affinché sia competitiva anche nell’era dell’elettricoha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso – Questo accordo è il pilastro su cui costruire un più vasto e complessivo progetto per rilanciare il settore e la produzione nazionale, a partire dall’intesa con Stellantis su cui siamo impegnati in queste settimane.
    Il nostro obiettivo è la stesura di un piano di transizione di largo respiro volto a rilanciare la produzione e l’occupazione, supportando lo sviluppo di una filiera italiana più innovativa, sostenibile ecologicamente ed economicamente, in coerenza con il futuro dell’industria. Crediamo fortemente che sia possibile invertire la rotta, a partire dai volumi di produzione, su cui ci poniamo l’obiettivo di raggiungere almeno un milione di veicoli all’anno fabbricati nel nostro Paese, perché il Sistema Italia lavora finalmente insieme nella giusta direzione, come abbiamo dimostrato sul fronte europeo. Anche grazie a questo siamo stati in grado di cambiare prima il regolamento sui veicoli leggeri e poi di determinare quello decisivo di Euro 7, con una visione finalmente concreta, realistica, pragmatica, in cui è prevalsa la ragione sulla ideologia”.

    Nei lavori del “Tavolo Automotive”, verteranno le discussioni e definizione degli strumenti, delle tempistiche e degli interventi da effettuare per la conversione delle aziende automotive italiane, da quelle che si occupano del prodotto finito a quelle che producono componentistica, la riconversione dovrà essere produttiva.

    Riflettori accesi anche sulla riqualificazione del personale e la creazione di nuove figure professionali, l’accordo tra ANFIA e MIMIT vuole tutelare i lavoratori a rischio anche attraverso l’operatività della ZES unica del Mezzogiorno, realtà di futura attivazione, le politiche di supporto introdotte, dovranno favorire il rinnovo del parco circolante e dei veicoli commerciali.

    Siamo soddisfatti per questa firma che impegna il MIMIT e l’industria ad una collaborazione reciproca, che conferma la chiara volontà politica del Governo di affrontare al meglio questo momento cruciale per la nostra filiera – commenta Roberto Vavassori, Presidente di ANFIA – Al tempo stesso, siamo consapevoli che questo piano di lavoro rappresenta solo l’inizio di un percorso complesso, che impegnerà fortemente le nostre imprese, le parti sociali, i territori e che vedrà un Comitato Tecnico nella funzione di attuazione e coordinamento delle previsioni del piano.
    ANFIA è impegnata a realizzare uno studio che prevede, tra le altre cose, la mappatura delle competenze già oggi presenti in Italia su tutti gli aspetti e le tecnologie della mobilità veicolare, incluso lo sviluppo di vettori energetici decarbonizzati e gli ambiti della mobilità del futuro come l’elettrificazione, e la guida autonoma, per evidenziarne aree di eccellenza e gap di competitività.
    La concorrenza globale è fortissima e i nostri competitor americani ed asiatici si muovono velocemente anche grazie ad importanti sostegni pubblici agli investimenti. L’Europa e l’Italia non devono essere da meno ed è quindi ora di accelerare in questa direzione perché non possiamo più permetterci di perdere altro tempo prezioso”.

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