La battuta verrebbe facile. Mirafiori fa acqua da tutte le parti.
Dopo l’ acquazzone che si è abbattuto su Torino e su Mirafiori mettendo fuori uso parte della linea di lavorazione della Fiat 500 elettrica e rimandando a casa gli operai, il focus è anche e soprattutto sulla produzione.
Nei primi sei mesi dell’anno, nello storico stabilimento di Torino, sono state prodotte 19.510 auto, il 63% in meno dello stesso periodo del 2023 quando erano 53,330.
Mirafiori: parlano i Sindacati
Il 90% è rappresentato da 500 elettriche, il resto (1.850 unità) sono Maserati, “ben lontane dalle 10.000 unità prodotte negli anni di punta“.
A riportarlo è la Fim Cisl che ha presentato una relazione dettagliata su numeri e dati di Mirafiori.
“La situazione è in peggioramento e per i prossimi mesi non si vedono segnali di miglioramento” – si legge nel report del sindacato metalmeccanico.
Una flessione di mercato, determinatasi già nell’ultimo trimestre 2023, ha impattato negativamente sulle produzioni della 500 bev perdendo quasi due terzi delle produzioni rispetto alle 46.930 unità del primo semestre del 2023.
L’annuncio mette in luce la carenza di ordini, la cui rotta non è stata invertita neanche dagli incentivi messi in campo dal governo, peraltro terminati in una manciata di ore.
Questo ha portato alla decisione di organizzare la linea di produzione su un turno e alla richiesta di cassa integrazione e contratti di solidarietà.
Nei primi sei mesi dell’anno infatti si è fatto inoltre ricorso a stop produttivi di 45 giornate, 19 nel primo trimestre e 26 nel secondo, che hanno coinvolto sia la linea della 500bev sia quella di Maserati.
“Riteniamo – ha detto il segretario nazionale della Fim Cisl Ferdinando Uliano, “sia necessario accelerare e anticipare i tempi della messa in produzione della nuova berlina Quattroporte e pensiamo sia indispensabile comprendere per il futuro la strategia di Stellantis a Mirafiori sia sui modelli sia sui volumi delle produzioni Maserati, visto che l’obiettivo nelpiano Dare Foward 2030 era di incrementare tre volte il peso delle nuove auto nei segmenti dei veicoli premium e di lusso e noi pensiamo che lo si debba fare con un ruolo primario di Mirafiori”.
Mettono i puntini sulle i, infine, Edi Lazzi, segretario generale Fiom-Cgil di Torino e Gianni Mannori, responsabile Fiom per Mirafiori: “La beffa è che fra qualche giorno assisteremo, proprio a Torino, all’inaugurazione della Grande Panda, l’erede di una vettura che ha venduto milioni di esemplari nel corso della sua lunga vita, ma che non verrà prodotta nella nostra città. Festeggeranno anche i 125 anni di Fiat, però dovrebbero cambiare l’acronimo in Fa, in quanto la I di Italia e la T di Torino non c’è rimasta nemmeno l’ombra“.