La Cina è in pole position nell’automotive e l’Unione europea inizia a preoccuparsi paventando la possibilità di imporre tariffe con effetto retroattivo anche sulle auto cinesi di nuova generazione già importati dal gigante asiatico.
La Commissione valuta di applicare questa sanzione già a luglio, dopo l’indagine avviata da Bruxelles sulle importazioni di auto cinesi elettriche.
Se le prove raccolte dovessero risultare valide, esse rafforzerebbero la tesi delle sovvenzioni del governo di Pechino ai costruttori di automobili, anche attraverso “trasferimenti diretti di fondi” e tasse non riscosse, oltre a forniture di beni e servizi.
Una misura che ha l’obiettivo di frenare il dominio delle auto cinesi ma che già trova già il suo primo oppositore nella Germania.
Il capo della Mercedes-Benz, Ola Kallenius, infatti cerca di ridimensionare la minaccia di Bruxelles con un monito all’Unione Europea: “Con l’imposizione di tariffe sulle auto elettriche importate dalla Cina, il settore automobilistico europeo verrà danneggiato”. Per l’amministratore delegato del gruppo tedesco, una maggiore concorrenza con la Cina aiuterebbe le case automobilistiche europee a produrre vetture migliori e più competitive sul mercato.
C’è da dire però che oltre a Mercedes-Benz, anche altre case produttrici tedesche hanno tutto l’interesse a impedire l’applicazione di nuovi dazi sulle vetture ‘made in China’, in quanto temono potenziali ritorsioni da parte di Pechino e dei consumatori cinesi: più di un’auto Mercedes-Benz su tre infatti, è venduta in Cina e lo scorso anno il gigante asiatico ha rappresentato il 40% delle vendite di Volkswagen.
Le case automobilistiche cinesi Geely e Saic, controllate dallo Stato cinese inoltre, possiedono un quinto delle azioni di Mercedes-Benz. Insomma, gli interessi tedeschi sono profondamente intrecciati con il mercato dell’automotive in Cina.
D’altra parte, a preoccupare l’Europa è proprio la costante elargizione dei sussidi statali cinesi che hanno portato a una differenza di prezzo media del 20% tra le auto elettriche prodotte in Cina e quelle costruite in Cina da altri marchi.
Attualmente, le auto cinesi elettriche sono soggette a una tariffa del 10% se importate in Europa.
Le case automobilistiche europee pagano invece un dazio del 15%per le esportazioni in Cina. Per questo motivo, la maggior parte dei modelli tedeschi venduti in Cina sono fabbricati nel Paese asiatico.
La misura protezionistica di Bruxelles è quindi prevista per difendere il mercato europeo dalla concorrenza sleale dell’industria automobilistica cinese.
Resta ancora tutto da definire, ma i venti contrari a Pechino soffiano anche dagli Stati Uniti. La scorsa settimana infatti il Dipartimento del Commercio USA ha aperto un’indagine per verificare se le importazioni di veicoli elettrici cinesi pongono rischi per la sicurezza nazionale.
Definendole “azioni senza precedenti“, il presidente Joe Biden ha sollevato dubbi sul sistema tecnologico dei veicoli elettrici made in China, che a suo dire potrebbero rubare dati sensibili e personali.
A cura di Valeria di Giorgio