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venerdì, 29 Marzo 2024
  • GRB Ricambi: l’esperienza che guarda al domani

    Abbiamo visitato GRB Ricambi, un’azienda a conduzione familiare con un’esperienza pluridecennale e lo sguardo rivolto al futuro. Siamo a Vena di Ionadi, in provincia di Vibo Valentia, per conoscere meglio l’impresa e le persone che ne portano avanti l’attività. Incontriamo Fiorenzo Garo (nella foto), socio della Srl e figlio dei fondatori  della società. Dalla chiacchierata emergono i tratti salienti di una realtà che ha saputo coniugare una lunga esperienza nel settore con le evoluzioni di un mercato in grande trasformazione. Un’azienda che ha saputo mixare l’esperienza dei fondatori con la dinamicità delle nuove generazioni, rispecchiando il modello  a conduzione familiare che è la spina dorsale dell’Italia che lavora alacremente ed efficacemente.

    Signor Fiorenzo, quando nasce l’azienda e da quanto siete in questa sede?

    Questa azienda nasce 5 anni fa in questa sede e con questa denominazione ma i fondatori, i miei genitori, hanno un'esperienza trentennale nel settore.

    Quante persone lavorano attualmente in GRB?

    Fra soci e dipendenti oggi siamo in 8 a gestire l'attività. Noi soci siamo 5: io, mio fratello, mia sorella, mia zia e mia madre.

    Com’è composta la vostra clientela, fra meccanici, privati e altri ricambisti?

    GRB RicambiIn passato si lavorava per lo più con il meccanico ma adesso la situazione è cambiata. Oggi siamo arrivati quasi ad una distribuzione 50/50 fra privati e meccanici. I privati si informano di più e vogliono agire in prima persona: è così che siamo arrivati ad avere una ripartizione praticamente paritetica fra queste 2 componenti.

    Pensa che in questo spostamento abbia influito internet, sia per e-commerce sia per possibilità di cercare e confrontare i prodotti?

     Sì, il digitale ha sicuramente inciso molto perché il cliente, anche se non compra su internet, si informa prima sulle varie piattaforme disponibili. Vuole sapere il prezzo che rimane comunque un fattore importante, ma vuole anche conoscere la qualità, l’adattabilità di un prodotto e sulle sue caratteristiche.

    Avete un vostro e-commerce, vi servite di internet per vendere?

    Attualmente no. Abbiamo sondato il terreno, valutando le varie piattaforme senza ancora trovare il giusto equilibrio interno. Non volevamo infatti sacrificare il nostro cliente al banco qui in negozio per preparare ed evadere gli ordini raccolti via internet.

    Voi fate parte del consorzio : avete vantaggi e opportunità?

    Indubbiamente abbiamo diversi vantaggi, ad esempio lo scambio e il confronto con i nostri colleghi, magari durante i meeting che vengono organizzati periodicamente. Il nostro gruppo ci dà forza: basta pensare al volume di acquisti, e quindi alle condizioni migliori che possiamo spuntare, quando ci procuriamo i ricambi per tutti. Tutto questo avviene continuando però a perseguire liberamente le nostre scelte: non abbiamo condizionamenti e questo ci piace molto. In effetti possiamo rifornirci anche in forma “privata” per quello che ci occorre senza dover rendere conto a nessuno e questa possibilità non è facile da trovare.

    A proposito di libertà, come considerate le convenzioni con le flotte?

    Bella domanda! In effetti abbiamo valutato questo tipo di convenzioni e sappiamo che sono piuttosto vincolanti. Inoltre non ci garantiscono i margini ai quali puntiamo, pur riconoscendo il fatto che generano volumi interessanti.
     

    Cosa pensa di questi grandi gruppi internazionali della distribuzione che sono entrati in Italia bellicosamente, facendo anche qualche flop?

    I gruppi dei quali mi parla sono entrati molto aggressivamente in Italia e hanno fatto anche qualche danno, soprattutto al Nord. Si presentavano molto competitivi dal punto di vista commerciale e con una logistica importante ma purtroppo è (e, aggiungo, per fortuna) l'Italia non era ancora preparata. Nel nostro Paese, infatti, il rapporto di fornitore-acquirente è tuttora piuttosto forte, quasi di familiarità, e loro non erano pronti per implementare questo tipo di legame. Mancava il rapporto di fiducia che c'era fra un fornitore di ricambi e il dettagliante o, ancor di più, con il meccanico.

    Ha parlato di rapporto di fiducia. Come si costruisce la fiducia del cliente, sia professionale sia privato?

    magazzino ricambiNon è facile ma la prima cosa è essere onesti e poi studiare e informarsi per poter trasmettere al cliente le caratteristiche di quel prodotto, le sue differenze e anche la sua origine, che è pure importante. Dobbiamo saper spiegare i punti di forza di un prodotto che, pur con un marchio diverso, ha caratteristiche più adatte a quella specifica applicazione.

    Quindi è fondamentale conoscere l'origine e le caratteristiche dei prodotti?

    Sì le conoscenze sono fondamentali: anche noi dobbiamo studiare e formarci come i meccanici. Dobbiamo essere in grado di indicare al meccanico o al cliente in difficoltà una soluzione affidabile.

    A proposito di formazione: vi è mai capitato di ospitare dei corsi di qualche fornitore o di organizzarne a vostra volta?

    Si, è già capitato e stiamo lavorando per riuscire a organizzarne altri con frequenza maggiore: il mercato ormai li richiede e non si può rimanere fossilizzati perché c'è un cambio troppo profondo, troppo grande.

    La formazione è sempre più importante perché i cambiamenti sono veloci. La manutenzione dei freni delle auto elettriche e ibride, per esempio, è diversa: voi lo sapete, lo trasmettete ai meccanici?

    Si, stiamo cercando di sensibilizzare i meccanici verso la formazione per la manutenzione delle vetture ibride ed elettriche. C’è un cambiamento non soltanto del sistema ma anche del concetto. Se cambiasse solo il sistema sarebbe più semplice e potrebbe bastare leggere dei manuali. Il cambio di concetto significa ripartire da zero anche a livello di competenze tecniche.

    Secondo lei i vostri clienti meccanici hanno preso coscienza che dovranno studiare ancor di più e formarsi bene?

    Debbo dire di si, lo stiamo verificando soprattutto con i più giovani che cominciano a chiedere: “quando iniziamo a fare qualcosa sulle nuove automobili?”. Quindi la presa di coscienza delle novità delle vetture e delle tecnologie è reale, ci stiamo rendendo conto del punto nel quale siamo e, soprattutto, di quello nel quale arriveremo.

    Per diversi anni ancora coesisteranno le automobili attuali con le ibride, le elettriche e quelle connesse: questo vi complicherà il lavoro?

    auto elettricaFacile non sarà di certo perché dovremmo iniziare a ragionare sui nuovi concetti e le nuove tecnologie di queste auto. Sappiamo però che di fuori delle grandi città e ancor di più qui al Sud la coesistenza sarà più lunga perché ci sono meno vincoli, meno ZTL e minori proibizioni per le vetture meno recenti.

    Ho saputo di un ricambista di New York che fa convenzioni per gli autisti di Uber e Lyft. Quando il ride sharing si diffonderà in Italia voi penserete a qualcosa del genere?

    Sì, certamente perché è la maniera di interfacciarsi con un gran numero di clienti che interagiranno con noi e i nostri meccanici senza avere però gli obblighi di un accordo commerciale con una flotta classica. Si lavorerà con delle community e questo si riallaccia al discorso che abbiamo fatto poco prima sulle flotte.

    Lei prima ha nominato i suoi colleghi: in quali rapporti siete con loro, anche quelli che non fanno parte del Consorzio?

    Devo dire che in generale i rapporti con i nostri colleghi sono abbastanza buoni: se possibile ci si aiuta a vicenda in caso di bisogno. Al di fuori del lavoro o in occasioni di semi-lavoro come l'Autopromotec ci si incontra e si scambiano volentieri idee e opinioni sul lavoro e sulla situazione del nostro territorio.

    Vorrei sapere quanto importante è la logistica in questo lavoro

    È molto importante: ormai siamo arrivati a fare 4/5 consegne al giorno e perciò una logistica puntuale, efficiente e precisa è essenziale.

    Infine, secondo lei può sopravvivere di qui a 5-10 anni il ricambista indipendente o è ormai indispensabile far parte di una rete o di un consorzio?

    Penso che far parte di una rete diventerà essenziale: ci sono sempre più accordi fra il produttore di componenti e il costruttore perciò il singolo operatore, per quanto grande sia, non potrà reggere da solo. Sarebbe troppo in balia del mercato.

     

    Nicodemo Angì

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