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giovedì, 28 Marzo 2024
  • Ride sharing amico dell’aftermarket?

    Vetture elettriche silenziose che guidano da sole: è questo uno degli scenari possibili per le nostre strade di domani. Già oggi possiamo comprare automobili elettriche di ogni tipo ma quelle dotate di vera guida autonoma appaiono piuttosto lontane nel tempo. Un cambiamento diffuso è però già sulle strade, una mutazione che riguarda il modo di usare i veicoli piuttosto che i veicoli stessi. Si stratta del ride sharing, una realtà che nel lungo termine potrebbe addirittura cambiare l’industria dell’automobile. Sappiamo anche che le case includono ormai nei loro orizzonti la condivisione e quindi si tratta di fenomeni da considerare attentamente.

    Gig worker e ricambi

    In questi anni abbiamo assistito alla diffusione della Gig Economy, un modello economico sempre più diffuso che non prevede il posto fisso ma lavori on demand, cioè su richiesta. Domanda e offerta vengono gestite online tramite  piattaforme infotelematiche (ad esempio le reti di telefonia mobile) e app dedicate. Possiamo citare Airbnb, Foodora e, per l’appunto, i servizi di car sharing, ad esempio Uber e Lyft ma anche Via e Juno. Queste importanti applicazioni della new economy possono avere degli effetti piuttosto diretti anche sugli operatori dell’aftermarket. Un esempio può essere illuminante: parliamo di Arch Auto Parts, ricambista con un catena di 12 negozi a Brooklyn, Queens e Long Island.

    Voi guidate e noi vi trattiamo bene

    Nel sito di Arch si possono leggere queste testuali parole: “La diffusione di Uber, Lyft e di altri  servizi simili è una buona notizia per Arch Auto Parts, che registra un picco nella domanda di componenti di qualità OE a prezzi competitivi. Per conservare la loro licenza gli autisti di Uber e Lyft devono sottoporre i loro veicoli a ispezioni ogni quattro mesi. Gli autisti chiedono quindi servizi e riparazioni al top ma controllano in prima persona le spese. Arch Auto Parts fornisce a questi autisti indipendenti parti di qualità OE in pronta consegna con sconti in genere disponibili solo per le flotte commerciali”.

    Coccole e sconti

    I driver che mostrano la prova del loro lavoro nel ride sharing (ad esempio tramite la loro app per smartphone) possono persino ricevere regali, come dolcetti da distribuire ai loro passeggeri. Questa modalità di trasporto sembra essere vantaggiosa per il ricambista, che ha recentemente segnalato "un picco della domanda" dovuto in gran parte alle richieste dei conducenti di ride sharing. Arch Auto Parts non ha fornito dati ma le parole di un suo dirigente spiegano bene quel che accade.

    La garanzia finisce presto

    Lucy Henner, Vice president of marketing di Arch Auto Parts, ha evidenziato un aspetto interessante. Apprendiamo infatti che "molti driver di Uber e Lyft percorrono più di 50.000 miglia all'anno e quindi raggiungono velocemente i limiti di percorrenza della garanzia del costruttore. Questi guidatori ‘ad alto chilometraggio’ preferiscono componenti di alta qualità non solo per le prestazioni migliori ma anche per ridurre le spese di manutenzione/riparazione. La manodopera è la voce di costo più rilevante nella maggior parte delle riparazioni. Questi guidatori non vogliono pagare due volte la manodopera – aumentando inoltre il fermo-macchia – e quindi preferiscono ricambi di qualità OE dato che mediamente durano di più”.

    Riparatori interessati

    Le società di sharing lottano per affermarsi e testano altre modalità, come le biciclette in condivisione, ma i servizi dietro le quinte sono essenziali per queste innovazioni. In questo quadro anche le catene dei riparatori stanno incrementando i loro numeri. I negozi Pep Boys, per esempio, offrono agli autisti check gratuiti delle spie di allarme motore e della convergenza. La catena applica tariffe scontate al service dei freni e alla manutenzione preventiva. È interessante notare che l’investitore Carl Icahn ha quote azionarie in Pep Boys, Hertz e Lyft. Ma c’è di più: secondo il sito specializzato Ratchet + Wrench, anche le officine indipendenti possono avvantaggiarsi dell’indotto dei servizi in sharing.

     

    Spazio agli indipendenti

    car sharingDiversi riparatori hanno collaborato con Lyft o Uber perché li segnalasse agli autisti. Questo offre alle officine un collegamento diretto con i driver e quindi l'opportunità di trasformarli in clienti a lungo termine. Uber e Lyft predispongono specifiche liste di controlli periodici da effettuare perché il veicolo possa continuare il servizio. Il riparatore Oldsmar Automotive, basato in Florida, ha iniziato ad offrire ‘pacchetti’ basati proprio su queste liste . Dopo aver iniziato a offrire ispezioni conformi alle specifiche di Lyft e Uber, l’officina ha acquisito rapidamente più di 40 nuovi clienti, alcuni dei quali sono diventati affezionati. Queste considerazioni sono interessanti e meritano qualche riflessione. Sappiamo che le convenzioni con le flotte migliorano l’immagine del riparatore ma impongono qualche vincolo in più. Interfacciarsi con i servizi di sharing mette in contatto più con una community (che si crea anche con il servizio U-Go per la Giulietta Alfa Romeo) che con una flotta e questo lascia più libertà al meccatronico. Conviene quindi tener d’occhio questi fenomeni, ancora poco diffusi in Italia, perché quel che accade negli USA – e in Europa – prima o poi arriva anche nel Bel Paese. Da ricordare anche la necessità di fornire ricambi e servizio di buon livello perché con percorrenze così alte gli eventuali difetti possono venire a galla rapidamente.

     

    Nicodemo Angì

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