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lunedì, 01 Settembre 2025

BYD parla italiano: la nuova via che può ridisegnare gli equilibri del mercato auto europeo

BYD Sealion 7

Negli ultimi anni l’industria automobilistica ha vissuto una rivoluzione senza precedenti: la Cina è passata dal ruolo di inseguitrice a protagonista assoluta nella mobilità elettrica. A guidare questo cambiamento c’è BYD (Build Your Dreams), gigante di Shenzhen che nel 2023 ha superato Tesla diventando il primo produttore globale di veicoli elettrici.

Oggi il colosso cinese ha scelto una mossa inattesa ma strategica: puntare sull’Italia come centro nevralgico per l’espansione in Europa, affidando le redini a figure di primo piano della tradizione automobilistica nazionale. Un segnale che la sua strategia non riguarda più solo tecnologia e costi, ma anche conoscenza profonda dei mercati locali.

Fondata nel 1995 come azienda specializzata in batterie ricaricabili, BYD ha costruito il proprio successo grazie a due pilastri: innovazione e integrazione verticale. Controllando l’intera catena produttiva – dalle celle agli accumulatori fino ai veicoli completi – l’azienda riduce costi, aumenta efficienza e limita la dipendenza dai fornitori esterni.

BYD, l’Italia come chiave per la sfida europea

L’Europa rappresenta il banco di prova più ambizioso per BYD: un mercato caratterizzato da clienti molto attenti alla qualità e dalla presenza delle grandi case storiche come Volkswagen, Stellantis, Renault, BMW e Mercedes.

Per affrontare questa sfida, BYD ha scelto di affidarsi a manager italiani di lunga esperienza, riconosciuti per la capacità di unire competenze industriali e sensibilità commerciale. Tra i protagonisti figurano Alfredo Altavilla, già ai vertici di Fiat e di altri gruppi internazionali, Alessandro Grosso come country manager per l’Italia, Daniele De Leonardis per il marketing, Gianluca Zampese nei veicoli commerciali e Maria Grazia Davino, oggi a capo delle operazioni in mercati chiave come Germania, Austria, Svizzera ed Europa orientale.

Una squadra che porta con sé l’eredità di FCA e Stellantis e che rappresenta il ponte ideale per radicare un marchio cinese nel cuore del continente.

Dal 2020 al 2024 le vendite globali di BYD sono passate da 500 mila a oltre 4,2 milioni di auto, con una quota di mercato intorno al 2%. In Europa, oltre all’importazione di modelli, il marchio ha già avviato la costruzione di stabilimenti, firmando accordi con fornitori e partner locali. Una strategia che limita i rischi di dazi e rafforza l’immagine di produttore “glocal”, capace di adattarsi alle esigenze dei diversi mercati.

Se in patria BYD è identificata con l’elettrico puro, nel Vecchio Continente propone un’offerta diversificata che affianca ai modelli a zero emissioni versioni ibride plug-in, pensate per chi è ancora nella fase di transizione.

Un altro punto di forza è rappresentato dalla tecnologia proprietaria delle batterie Blade, sinonimo di maggiore sicurezza e durata rispetto agli standard diffusi. Un vantaggio che, unito a un prezzo competitivo, consente a BYD di proporsi come alternativa credibile ai marchi storici europei.

Il legame con l’Italia non si limita alla gestione manageriale: il marchio intende rafforzare la rete commerciale e valutare possibili collaborazioni industriali, dimostrando che la “via italiana” sarà decisiva per consolidare la sua presenza in Europa.

Per i grandi gruppi europei, il messaggio è inequivocabile: la concorrenza cinese non è più distante, ma è già parte integrante del panorama automobilistico del continente, pronta a giocare la partita sullo stesso terreno e parlando la lingua dei clienti locali.

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