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venerdì, 07 Febbraio 2025
  • Automotive: in Italia metà delle aziende non prevede investimenti

    Automotive, il bilancio di un 2024 sorprendente

    Quasi la metà delle aziende del settore automotive italiano non ha in programma investimenti significativi in nuovi prodotti o processi. Questo è il dato allarmante che emerge dall’ultima analisi dell’Osservatorio TEA, presentata al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) durante l’evento “Mobilità elettrica e industria italiana: i risultati della survey 2024”. Il settore è in evoluzione ma ancora frammentato e la transizione verso la mobilità elettrica rappresenta una sfida ma anche un’opportunità unica per rilanciare l’industria italiana.

     L’Osservatorio TEA, guidato dal Center for Automotive & Mobility Innovation (CAMI) dell’Università Ca’ Foscari Venezia e dal CNR-IRCrES, ha analizzato le risposte di 397 aziende su oltre 2.100 mappate nell’ecosistema industriale automotive del Paese. Secondo lo studio, il 48% delle imprese intervistate non ha pianificato alcun investimento in innovazione di prodotto o processo. Tra le aziende che invece prevedono investimenti, la maggior parte si concentra sulla mobilità elettrica, considerata l’unico comparto del settore automotive con reali prospettive di crescita occupazionale e industriale. Questo trend riflette la pressione normativa europea verso la transizione ecologica e l’abbandono dei motori a combustione interna entro il 2035.

    La mobilità elettrica emerge come l’unico segmento con una visione di lungo termine capace di attirare risorse. Tuttavia, gli esperti presenti all’evento hanno sottolineato che questa transizione richiede una profonda ristrutturazione dell’intero ecosistema industriale italiano, dalla produzione di componentistica fino alla gestione del fine vita dei veicoli.

    La ricerca dell’Osservatorio TEA mostra una fotografia contrastante dell’industria automotive italiana.

    Da un lato, vi è un settore tradizionale ancora molto legato a modelli produttivi consolidati; dall’altro, emerge un’avanguardia di imprese che cercano di adattarsi rapidamente alle trasformazioni imposte dalla transizione ecologica. Tuttavia, il rischio di un’ulteriore perdita di competitività per le aziende italiane è alto, soprattutto se confrontate con i competitor internazionali.

    Durante la presentazione, i rappresentanti del Mimit hanno ribadito l’importanza di politiche industriali mirate per supportare il settore in questa fase critica. Tra le proposte emerse figurano incentivi fiscali per l’innovazione, finanziamenti dedicati alla ricerca sulla mobilità elettrica e un maggiore supporto per le PMI, che costituiscono la spina dorsale del settore automotive italiano.

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