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sabato, 20 Aprile 2024
  • Il Focus Anfia sul trade automotive: i primi 11 mesi del 2021

    Il Focus Anfia sul trade automotive: i primi 11 mesi del 2021Numeri e tendenze del Focus Anfia sul trade automotive

    I numeri aiutano a capire in profondità le situazioni e quindi guardiamo con interesse al Focus Anfia sul trade automotive, che ha esaminato i primi 11 mesi del 2021. Sappiamo che, nonostante tutto, l’Italia rimane un grande produttore di automobili e componenti, con questi ultimi che manifestano una spiccata vocazione all’esportazione. Facendo un piccolo inciso sulla componentistica, sappiamo che la transizione elettrica va affrontata con coraggio e visione d’assieme. Le cifre ci dicono che nei primi undici mesi del 2021 il valore dell’import di automobili nuove in Italia risulta in crescita (+9,9% rispetto a gennaio/novembre 2020) per l’aumento della consistenza numerica delle importazioni di nuove autovetture, salito del 7,5%.

     

    Focus Anfia sul trade automotive fra veicoli industriali e componenti

    Per i veicoli industriali l’aumento è ancora maggiore, toccando il 25,2%. Il valore dell’export risulta in crescita dell’11,4%, per l’aumento sia delle autovetture esportate (+5,2%) sia dei veicoli industriali (+31,4%). Il saldo import/export è negativo di 7,98 miliardi di euro per le autovetture e positivo per 717 milioni per i veicoli industriali. Esaminando importazioni ed esportazioni per area geografica vediamo che l’import di autoveicoli ha origine quasi totalmente da paesi europei – è il 92,2% del valore totale – mentre l’export verso la stessa area rappresenta, nei primi undici mesi del 2021, il 64,7% del totale, con USA, Cina e Giappone a costituire i primi tre mercati extraeuropei. Le esportazioni verso i Paesi europei vedono al primo posto la Germania, seguita da Francia, Regno Unito, Spagna, Polonia, Svizzera e Belgio.

     

    L’importanza dei componenti nel Focus Anfia sul trade automotive

    I primi 11 mesi del 2021 hanno visto la crescita di import ed export del comparto della componentistica: l’import per un valore del 21,7% superiore a quello dello stesso periodo del 2020 e l’export per un valore superiore del 17%. Il saldo positivo di 5,38 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 5,08 miliardi del periodo gennaio/novembre 2020, è la dimostrazione della vitalità dei fornitori italiani. L’Europa rappresenta il 76,4% del valore dell’import e il 76,4% del valore dell’export. Al di fuori del continente europeo, la prima macroarea di origine è l’Asia, da cui l’Italia importa il 15,2% del valore di parti e componenti, mentre la prima macroarea di destinazione dell’export è il Nord America, che rappresenta: l’11% del totale. Scorporando i dati per settore merceologico vediamo che Motori e Parti meccaniche hanno un saldo import/export positivo mentre Parti in gomma/pneumatici e Parti elettriche lo hanno negativo. Questo impone delle azioni efficaci perché sappiamo che i cambiamenti in corso, che privilegeranno elettricità/elettronica rispetto alla meccanica, influenzeranno i componentisti e l’aftermarket europeo. Il Focus Anfia sul trade automotive ricorda l’importanza del settore autoveicoli nuovi e componenti, che generano importazioni pari al 7,8% dell’import del totale dell’industria e rappresentano l’8,3% dell’export. Scorporando il settore dell’energia queste percentuali salgono all’8% e al 9,3% rispettivamente.

     

    Nicodemo Angì

     

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