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martedì, 30 Aprile 2024
  • Batteria auto elettrica e aftermaket, opportunità da cogliere

    atteria auto elettrica e aftermaket, opportunità da cogliereBatteria auto elettrica e aftermaket, un incontro più che probabile

    I veicoli ‘con la presa di corrente’ non sono moltissimi ma stanno aumentando e quindi l’incontro batteria auto elettrica e aftermaket diventerà di routine. Massimo Pellegrino, a capo della sezione aftermarket di Anfia, ha dichiarato a Fleet Manager che “Le previsioni per l’Italia sono di un parco circolante full electric all’1% nel 2025 e al 7% nel 2030 mentre per le immatricolazioni le percentuali aumentano al 13% e 30% rispettivamente. Chiaramente queste stime possono variare in funzione di fattori quali le turbolenze geopolitiche, la fornitura dei chip e lo sviluppo della rete di ricarica. Massimo Pellegrino, intervistato nel salotto di Inforicambi nel corso di Autopromotec 2022, ha ribadito che il resiliente aftermaket italiano è in grado di affrontare questo e altri cambiamenti che sono già in atto.

     

    Numeri per capire l’incontro fra batteria auto elettrica e aftermaket

    In effetti le batterie ad alta tensione non sono presenti solo nelle auto elettriche ma anche in quelle ibride Plug-in mentre le ibride full e mild usano batterie al Litio – che vanno quindi maneggiate seguendo procedure specifiche – con tensioni più basse, fino a 48 volt. I dati Unrae ci dicono che in Italia nei primi 5 mesi dell’anno sono state immatricolate 49.137 automobili elettriche, ibride Plug-in e con range extender e 191.749 ibride full e mild. Si tratta quindi di più di 240mila automobili che hanno un qualche sistema elettrico che comprende batterie ben diverse dai classici elementi al piombo a 12 volt. Uno studio di LKQ Europe, branch del grande gruppo della componentistica che continua a macinare trimestri con risultati positivi, prevede che entro il 2030 le batterie ad alta tensione nei veicoli elettrici Europei saranno circa 34 milioni. Diverse fra queste cominceranno ad accusare malfunzionamenti perché avranno già diversi anni sulle spalle (la Renault Zoe, per esempio, nasce nel 2013) e quindi entro il 2030 LKQ stima che circa 1,3 milioni di batterie l’anno avranno bisogno di una diagnosi a seguito della quale le si dovrà riparare o sostituire, magari presso un riparatore indipendente. Questo valore, già rimarchevole, è destinato ad aumentare del 30% l’anno, man mano che la crescita delle immatricolazioni dei veicoli elettrici e ibridi aumenterà la loro quota sul circolante.

     

    Batteria auto elettrica e aftermaket, varie aree d’intervento

    Le Case offrono garanzie consistenti sulle batterie: un valore medio è 8anni/160mila km per una capacità residua del 70% ma non mancano esempi di batterie che, controllate annualmente presso la rete ufficiale, possono arrivare a 10 anni di garanzia senza limiti di chilometraggio: è questo il caso delle auto Toyota ibride. Batteria auto elettrica e aftermaket possono interagire tramite riparazione o sostituzione di singole celle o moduli e la riparazione/manutenzione di quel che le sta intorno, come la sensoristica e il sistema di raffreddamento. Ma il post vendita potrà intervenire anche nella rigenerazione delle batterie, operazione virtuosa dal punto di vista ambientale, e fare da tramite per il trattamento di fine vita: quando la batteria è esausta la si dovrà disassemblare per riciclarne i materiali. Questa operazione sarà verosimilmente gestita dalle fabbriche che le hanno prodotte o da strutture specializzate. La foto di apertura, per esempio, è stata scattata nel Battery Refurbishment Center di Opel a Rüsselsheim, un centro specializzato che si occuperà anche delle batterie delle elettriche di Stellantis.  

     

    Batteria auto elettrica e aftermaket, un nuovo ricambio?

    La batteria ricondizionata viene quindi restituita al cliente o inviata come pezzo di ricambio al magazzino; se i danni sono più gravi, ad esempio dopo una collisione, si prende uno di questi battery pack rigenerati e lo si invia al cliente per sostituire quello irrecuperabile, le cui materie prime vengono riciclate. Sappiamo anche che diverse reti ufficiali sono in grado di sostituire i singoli moduli delle batterie, approvvigionabili con le procedure già in uso per gli altri ricambi. È quindi probabile che celle, moduli o battery pack potranno essere resi disponibili come ricambio anche per gli operatori IAM, soprattutto quando la produzione delle batterie sarà basata in Europa: la Gigafactory che Volkswagen costruirà in Spagna sarà soltanto una delle molte in programma. Massimo Pellegrino conclude quindi che “questa area di business implica investimenti strutturali, informatici e nella formazione. È un nuovo modo di fare aftermarket che può risultare impegnativo ma che è possibile studiare e pianificare in anticipo“.

     

    Nicodemo Angì

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