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martedì, 18 Novembre 2025

Transizione all’elettrico: quali ricambi aftermarket cambiano per le autoriparazioni

Transizione all’auto elettrica: rottamare diesel e benzina 7 volte più velocemente

La diffusione della mobilità elettrica sta ridisegnando il mercato dell’aftermarket. L’adozione crescente di auto a zero emissioni non porta solo a un diverso modo di guidare, ma cambia soprattutto ciò che si ripara, ciò che si sostituisce e ciò che si immagazzina nei magazzini dei ricambisti. I veicoli elettrici hanno una meccanica più semplice rispetto ai tradizionali motori a combustione: meno parti mobili, meno attriti, meno usura.

Questo significa che alcune componenti che storicamente generavano volumi elevati nell’aftermarket stanno gradualmente perdendo centralità, mentre altre, legate all’elettronica e alla gestione dell’energia, stanno crescendo.

La riduzione riguarda tutto ciò che appartiene al mondo termico: filtri olio e carburante, candele, scarichi, pompe benzina, innesti meccanici complessi. Sono elementi destinati a diminuire in frequenza di sostituzione man mano che aumenta il parco circolante elettrico. Per ricambisti e officine questo si traduce in un cambio strategico: puntare su nuove referenze, aggiornare competenze e introdurre servizi a valore aggiunto.

Ricambi aftermarket per veicoli elettrici: quali cambiano e perché

La nuova centralità è occupata dalle componenti che governano e proteggono l’energia: moduli batteria, sistemi di gestione termica, inverter, centraline, cablaggi ad alta tensione. A questo si aggiungono sensori, radar e attuatori dei sistemi di assistenza alla guida, ormai presenti anche su molte vetture elettrificate. L’automobile diventa sempre più un dispositivo elettronico complesso e l’autoriparatore deve saper dialogare con software, diagnosi digitali e protocolli di sicurezza ad alta tensione.

Per le officine la transizione si gioca su due fronti: investimento in attrezzature specifiche (strumenti di isolamento, dispositivi per la manutenzione delle batterie, diagnostica avanzata) e formazione tecnica. Senza adeguate competenze, il rischio è restare tagliati fuori da un mercato in evoluzione. I ricambisti, dal canto loro, possono assumere un ruolo decisivo: supportare l’autoriparatore nella scelta dei componenti, offrire assistenza tecnica e differenziare la propria proposta con linee dedicate all’elettrico, inclusa la rigenerazione delle batterie e la gestione del loro ciclo di vita.

La transizione non è solo una sfida, ma un’opportunità di riposizionamento. Chi saprà anticipare la domanda, aggiornare cataloghi e competenze e instaurare un rapporto consulenziale con le officine, sarà protagonista del nuovo aftermarket. La mobilità elettrica non elimina la manutenzione: la trasforma.

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