Negli ultimi anni, l’interesse verso forme di mobilità più sostenibili ha accelerato la diffusione di auto elettriche e vetture alimentate a GPL. Entrambe le opzioni si pongono come valide soluzioni per chi desidera contenere i costi di gestione e ridurre l’impatto ambientale rispetto ai tradizionali motori a benzina o diesel. Tuttavia, le differenze tra le due tecnologie restano marcate, soprattutto per quanto riguarda l’investimento iniziale, la praticità d’uso e l’infrastruttura disponibile.
Convertire un’auto a GPL comporta un esborso contenuto: si va dagli 800 ai 2.400 euro, in base al tipo di impianto installato. Il bonus statale da 400 euro previsto per il 2024 può abbattere ulteriormente il costo dell’intervento, rendendolo accessibile a un’ampia fascia di automobilisti. Al contrario, l’ingresso nel mondo elettrico richiede un investimento più significativo. Anche considerando gli incentivi, le city car elettriche partono da circa 20.000 euro, ma le versioni con maggiore autonomia o dotazioni superiori possono superare agevolmente i 35.000 euro.
Il processo di conversione a GPL dura mediamente due giorni lavorativi e richiede il collaudo della Motorizzazione. Le officine specializzate si occupano anche delle pratiche burocratiche, semplificando il percorso per il proprietario. L’acquisto di un’auto elettrica, invece, segue la trafila standard di una nuova immatricolazione e, se si desidera installare una wallbox domestica, bisogna considerare ulteriori tempistiche e adempimenti.
Rifornimento e ricarica: differenze operative tra GPL ed elettrico
Uno degli aspetti più distintivi tra le due alimentazioni riguarda il tempo e la facilità di rifornimento. Le auto a GPL possono fare il pieno in pochi minuti in una delle circa 4.000 stazioni presenti sul territorio italiano. Le vetture elettriche, invece, necessitano di tempi di ricarica ben più lunghi: si va da circa 30 minuti con sistemi rapidi fino a 8-10 ore tramite una normale presa domestica. Nonostante l’espansione della rete di colonnine pubbliche, la distribuzione resta disomogenea, soprattutto nelle aree periferiche e rurali.
Dal punto di vista della manutenzione, l’auto elettrica richiede meno interventi grazie all’assenza di componenti soggetti a usura come frizione, marmitta o filtri. Tuttavia, la sostituzione del pacco batterie dopo 8-10 anni rappresenta un’operazione costosa. Al contrario, un impianto GPL richiede la sostituzione del serbatoio ogni 10 anni, con un costo indicativo di circa 500 euro, e segue una manutenzione paragonabile a quella delle auto a benzina.
L’impatto ambientale rappresenta un altro elemento chiave. Le auto elettriche, se alimentate con energia da fonti rinnovabili, non producono emissioni dirette e contribuiscono significativamente a migliorare la qualità dell’aria urbana. Le vetture a GPL, pur non essendo a emissioni zero, garantiscono una riduzione tra il 10% e il 20% delle sostanze inquinanti rispetto alla benzina, posizionandosi come soluzione intermedia e più accessibile.
Scegliere tra GPL ed elettrico significa valutare con attenzione il proprio stile di guida, il budget disponibile e le reali possibilità di ricarica o rifornimento. Il GPL rappresenta una scelta pragmatica per chi intende continuare a usare la propria vettura contenendo i costi. L’elettrico, invece, si rivolge a chi è disposto a compiere un salto tecnologico e investire in una mobilità completamente a zero emissioni, in presenza di un’infrastruttura adeguata.