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giovedì, 19 Giugno 2025
  • Toyota e la sfida elettrica: il pensiero di Akio Toyoda sul futuro dell’auto

    Auto usate con storico impeccabile: Toyota, Jeep e Alfa Romeo ai vertici

    Mentre buona parte del settore automotive mondiale spinge compatta verso la piena elettrificazione, Akio Toyoda, presidente di Toyota e voce storicamente fuori dal coro, continua a ribadire una visione alternativa e fortemente radicata nel realismo industriale. A capo del costruttore più grande al mondo, Toyoda sostiene con decisione che puntare esclusivamente sui veicoli elettrici a batteria (BEV) sia una scelta affrettata, potenzialmente dannosa sia sul piano ambientale che su quello economico.

    A supporto di questa tesi, il dirigente giapponese ha citato un dato emblematico: dal 1997, anno in cui debuttò la prima Prius, Toyota ha venduto oltre 27 milioni di auto ibride, che avrebbero generato la stessa riduzione di CO2 di soli 9 milioni di BEV. “Un’elettrica inquina quanto tre ibride”, ha affermato con fermezza. Un messaggio che si scontra con l’attuale narrativa globale, ma che acquisisce coerenza se si considera l’intero ciclo di vita del veicolo, dalla produzione all’approvvigionamento energetico.

    In contesti come il Giappone, dove la produzione elettrica è ancora legata al carbone e al gas, il bilancio ambientale delle auto elettriche può risultare meno favorevole del previsto. “Se avessimo costruito 9 milioni di elettriche in Giappone” ha spiegato Toyoda, “le emissioni complessive di CO2 sarebbero aumentate”. Questo dimostra, secondo lui, che l’elettrificazione non può essere applicata con lo stampino, ignorando le specificità di ogni mercato.

    La visione pragmatica di Toyota sulla mobilità del futuro

    Toyoda mette in guardia anche dagli effetti collaterali di una transizione imposta dall’alto: milioni di lavoratori rischiano di perdere l’impiego lungo la filiera della meccanica tradizionale, in particolare nelle realtà che gravitano attorno ai motori a combustione interna. Per questo, la visione di Toyota resta coerente con un approccio multipiattaforma, che considera valide tutte le tecnologie capaci di contribuire alla decarbonizzazione: ibridi, plug-in, idrogeno ed elettrici puri, ma solo dove il contesto lo renda davvero sostenibile.

    Un esempio concreto? Dopo la pionieristica Toyota Mirai, l’azienda ha rilanciato sull’idrogeno stringendo un’importante partnership con BMW, con l’obiettivo di introdurre un modello a celle a combustibile entro il 2028. Una direzione contraria rispetto a molti competitor che, inseguendo l’elettrico a ogni costo, hanno ridotto gli investimenti sulle alternative.

    Nonostante le critiche ricevute in passato per un presunto ritardo sull’elettrico, i numeri parlano chiaro: anche nel 2024, per il quinto anno consecutivo, Toyota è stato il primo costruttore automobilistico al mondo. Un successo che premia una strategia fatta di equilibrio tra innovazione e sostenibilità concreta, con modelli ibridi ancora richiestissimi in America, Asia ed Europa, e una gamma elettrica in espansione, come dimostrano i progressi della bZ4X e della nuova C-HR+.

    Anche il marchio premium Lexus segue questo orientamento: la berlina ES elettrica e l’evoluzione del SUV RZ testimoniano un’elettrificazione che non rinuncia allo stile, ma rimane fedele al concetto di mobilità intelligente e ragionata, non imposta.

    In un panorama dove spesso la sostenibilità viene ridotta a slogan, la linea tracciata da Akio Toyoda propone una riflessione profonda: l’obiettivo zero emissioni non si raggiunge imponendo una sola via, ma valorizzando ogni soluzione efficace e applicabile.

     

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