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sabato, 20 Aprile 2024
  • Guardia di Finanza scopre una frode sui ricambi auto a Bologna

    La Guardia di Finanza scopre una frode sui ricambi auto a BolognaFalsa fatturazione per la frode dei ricambi auto

    Le cifre di questa frode ricambi auto lasciano attoniti: la Guardia di Finanza ha smascherato un’evasione dell’Iva per oltre 6 milioni di euro, realizzata attraverso un incredibile giro di fatture false per circa 30 milioni di euro. Una maxifrode scoperta dalla Guardia di Finanza di Bologna che ha eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Giudice per le indagini preliminari Domenico Truppa, a carico di due società bolognesi attive nel commercio dei ricambi auto. Le Fiamme Gialle hanno denunciato cinque persone, tra le quali due imprenditori bolognesi, nei cui confronti sono stati emessi provvedimenti di sequestro per diversi immobili e ingenti disponibilità finanziarie. L’ammontare complessivo dei beni sequestrati è di circa 6 milioni: gli importi milionari (in euro) non sono inconsueti nel settore dei ricambi auto, come dimostrato da una passata evasione dell’IVA nel settore degli pneumatici.

     

    Triangolazioni estere per la frode dei ricambi auto

    Questa importante misura cautelare arriva a coronamento di un’articolata indagine coordinata dal PM Tommaso Pierini e condotta dal nucleo di Polizia economico-finanziaria di Bologna. Il meccanismo di questa articolata frode nel settore dei ricambi auto prevedeva la falsa interposizione di soggetti economici, basati fuori dell’Italia, che facevano operazioni di compravendita di ricambi auto destinati a veicoli di un marchio popolare. È stato accertato, grazie anche alla collaborazione delle autorità giudiziarie francesi e ungheresi, che due imprese bolognesi avevano acquistato pezzi di ricambio del calore di svariati milioni di euro da due grossisti piemontesi compiacenti. Essi, anziché fatturare applicando l’Iva, hanno simulato vendite in favore di società con sede in Ungheria, sfruttando il regime di ‘non imponibilità’ che si applica agli scambi intracomunitari. Per rendere più credibile questo modus operandi è stata coinvolta anche un’azienda di logistica di Torino, incaricata di approntare falsi documenti attestanti il trasporto e il deposito della merce in Francia. Il sistema degli scambi che coinvolgono Paesi esteri è stato già usato, per esempio per l’importazione di pneumatici cinesi con data di fabbricazione falsificata.

     

    Aziende fantasma per il commercio criminale di ricambi auto

    Le indagini hanno consentito di scoprire che le aziende ungheresi, riconducibili in realtà a uno degli imprenditori italiani che hanno organizzato il commercio criminoso, erano del tutto prive di un’adeguata organizzazione di risorse e mezzi strumentali configurandosi quindi come entità ‘fantasma’ che venivano coinvolte solo perché funzionali al compimento della frode nel settore dei ricambi auto. È inoltre da rimarcare che il controllo del transito degli automezzi attraverso il traforo del Frejus ha permesso di smascherare le operazioni fittizie perché l’incrocio con le date e gli orari contenuti nei documenti di trasporto era in conflitto con i dati relatici alla circolazione nel traforo stesso, una dimostrazione della perizia del personale della Guardia di Finanza. Questo corpo dello Stato ha all’attivo diverse operazioni di successo, come quella che ha consentito di sventare un articolato commercio di ricambi Iveco contraffatti, anch’esso di valore milionario.

    Nicodemo Angì

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