14.6 C
Napoli
venerdì, 29 Marzo 2024
  • La Corte di Giustizia Europea sull’accesso ai dati: l’aftermarket ha ragione

    La Corte di Giustizia Europea sull'accesso ai dati: l'aftermarket ha ragione

    L’aftermarket esulta: la Corte di Giustizia Europea sull’accesso ai dati ha dato ragione agli indipendenti.

    La connettività e l’elettronica sempre più presenti nei veicoli rendono indispensabile la ‘lettura’ delle informazioni per riparazioni efficaci: la pronuncia della Corte di Giustizia Europea sull’accesso ai dati accoglie le tesi dell’aftermaket e impone agli OEM tariffe ragionevoli. Questa vertenza nasce dalla causa C-390/21 promossa presso la Corte di Giustizia Europea da ADPA (European Independent Automotive Data Publishers Association) nei confronti di Automobiles Peugeot e PSA Automobiles. I quesiti proposti dall’associazione degli editori attivi nella pubblicazione dei dati delle automobili riguardavano primariamente la disponibilità e il prezzo di questi dati. Se i costi per gli editori e per gli operatori dello IAM fossero troppo alti si potrebbe creare un danno alla concorrenza fra le reti dei costruttori, da un lato, e fra gli editori e i riparatori indipendenti dall’altro. Ricordiamo che ADPA fa parte del panel, composto da varie altre associazioni quali FIGIEFA, Cecra, FIA Region 1 e altri, che ha creato una proposta per i dati delle automobili.

     

    I motivi per la causa alla Corte di Giustizia Europea sull’accesso ai dati

    Alla causa si è poi unita l’associazione tedesca dei distributori di ricambi Gesamtverband Autoteile-Handel. La materia del contendere era la tariffa addebitata da Peugeot e PSA per l’accesso alle informazioni sulla riparazione e la manutenzione dei veicoli da loro prodotti. Peugeot e PSA detengono ovviamente le omologazioni dei loro veicoli e consentono l’accesso alle informazioni relative alla riparazione e alla manutenzione dei veicoli omologati, tramite una banca dati online. Gli operatori indipendenti possono consultarla previo pagamento di un corrispettivo il cui importo è funzione unicamente della durata dell’accesso al portale. La Corte di Giustizia Europea sull’accesso ai dati riconosce che gli editori di dati indipendenti hanno un ruolo fondamentale nella catena di approvvigionamento post-vendita, garantendo la fornitura di database standardizzati di informazioni sulla riparazione e la manutenzione ai riparatori multimarca. Gli editori aderenti ad ADPA si procurano i dati principalmente dai costruttori di veicoli, che li preparano per le proprie reti. Negli ultimi anni, alcuni produttori hanno aumentato drasticamente le tariffe di accesso ai loro portali, ben al di sopra dell’inflazione e questo sta mettendo a rischio la capacità degli editori indipendenti di dare i loro servizi a un costo accessibile. Ricordiamo che una causa contro FCA era stata promossa da ATU e Carglass proprio per le difficoltà di accedere ai dati per le riparazioni.

     

    La sentenza della Corte di Giustizia Europea sull’accesso ai dati

    Il regolamento di omologazione (UE 2018/858), in particolare gli articoli 61 e 63, protegge gli editori di dati da questi aumenti e l’ADPA ha contestato diverse volte ai produttori di veicoli i rincari che stavano applicando finché non ha promosso questa causa. L’articolo 61 impone di agevolare l’accesso alle informazioni di omologazione da parte degli operatori indipendenti e quindi un aumento di prezzo dal lato degli editori di informazioni tecniche avrebbe danneggiato lo sviluppo del mercato di tali operato limitando l’offerta i consumatori di soluzioni innovative e competitive per l’assistenza della automobili. Si è inoltre chiesto se l’articolo 63 debba essere interpretato nel senso che la nozione di “oneri ragionevoli e proporzionati“, enunciata in tale articolo, imponga ai costruttori di autoveicoli di applicare, a tutti gli operatori indipendenti, un metodo uniforme di calcolo di tali oneri basato esclusivamente sui costi sostenuti per l’accesso alle informazioni sulla riparazione e la manutenzione dei veicoli. La decisione in questo senso della Corte di Giustizia Europea sull’accesso ai dati esclude l’applicazione di un unico importo forfettario ai vari operatori indipendenti per attingere alle informazioni sulla riparazione e la manutenzione dei veicoli. Questo implica che i costruttori debbano tener conto dell’uso che i diversi operatori indipendenti fanno di queste informazioni per le loro attività. In questo senso la sentenza della Corte di Giustizia Europea sull’accesso ai dati lascia dei margini di discrezionalità indicando solo che le tariffe debbano essere “ragionevole e proporzionali’. C’è quindi ancora della strada da percorrere ma, per dirla con le parole di Pierre Thibaudat, Direttore Generale di ADPA, “È un passo importante contro le tendenze al monopolio delle case automobilistiche per i servizi post-vendita e contro i tentativi di tenere i consumatori prigionieri dopo l’acquisto un veicolo. È un ottimo esempio di come l’Unione europea protegga con successo sia i consumatori sia la concorrenza“.

    Nicodemo Angì

    ARTICOLI CORRELATI

    Ultime notizie