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venerdì, 26 Aprile 2024
  • Guerra in Ucraina e l’automotive, cosa succede con il conflitto?

    La guerra in Ucraina e l’automotive, conseguenze diffuse.

    La tragedia che si sta consumando in questi giorni sta mietendo vite umane – civili e militari – e colpisce anche l’industria e l’economia: vediamo le conseguenze della guerra in Ucraina e l’automotive. La difficoltà e la pericolosità della situazione e le sanzioni internazionali stanno inoltre colpendo anche la Russia. Il sito russo Vedomosti (‘Dichiarazioni’), per esempio, riporta la notizia che Hyundai interromperà la sua produzione nello stabilimento di San Pietroburgo dal 1 marzo, uno stop che dovrebbe durare fino al 9 marzo e che è provocato da carenza di componenti. L’impianto produce diversi modelli quali Solaris, Sonata, Tucson e Santa Fe.

     

    Guerra in Ucraina e l’automotive, non arrivano automobili in Russia

    La stessa fonte ha riferito che gli OEM stanno iniziando a tagliare le forniture di automobili alla Russia: Audi ha già inviato una lettera di questo tenore ai suoi concessionari e lo stesso ha fatto General Motors, che vende in Russia automobili marchiate Chevrolet. Queste informazioni sono state passate a Vedomosti da fonti interne a società di leasing. Si attendono messaggi di contenuto simile anche da Volkswagen, dalla sua divisione per i veicoli commerciali, da Skoda, Porsche e da Land Rover. Renault, per la quale la Russia è il secondo maggior mercato, ha annunciato il 25 febbraio che il suo stabilimento si sarebbe fermato 28 febbraio al 5 marzo per interruzioni nella fornitura dei componenti. Quest’impianto produce i crossover Arkana, Kaptur e Duster e la Nissan Terrano. La AvtoVAZ, controllata da Renault, ha una grande stabilimento a Togliattigrad nel quale produce le auto Lada, compresa la rinnovata Niva Travel, ma la situazione è, ad oggi, meno preoccupante dato che, come dichiarato da Luca de Meo durante una call con gli investitori, le vendite di Lada sono per il "90% in Russia” e l'approvvigionamento dei componenti avviene in massima parte da fornitori locali. Dal 1° marzo AvtoVAZ ha però aumentato i prezzi in media del 10% per l'intera gamma di modelli.

     

    Prezzi in salita: altra conseguenza della guerra in Ucraina e l’automotive

    Anche Suzuki ha notificato ai concessionari un aumento dei prezzi di 20.000 rubli (circa 170 euro) dal 1 marzo per le Jimny e Vitara: la fonte sono i concessionari del marchio. Notiamo che Vedomosti continua a definire l’invasione dell’Ucraina iniziata il 24 febbraio come “operazione speciale della Russia nel Donbass”. Il sito Lubes & Greases lancia anche l’allarme sulla possibile carenza di oli e grassi lubrificanti in Ucraina e anche sul fatto che le difficoltà di approvvigionamento potrebbero indurre alla miscelazione di oli esausti con oli lubrificanti, cosa che potrebbe danneggiare motori e macchinari di ogni tipo con danni enormi. Il legame fra guerra in Ucraina e l’automotive potrebbe produrre effetti sulla produzione dei catalizzatori: la Russia estrae circa il 38% del palladio mondiale, un metallo raro e prezioso il cui valore fomenta anche il furto di pezzi alle auto perché i catalizzatori ne contengono una certa quantità. Mark Wakefield, della società di consulenza AlixPartners, ritiene che ”è difficile pensare a un business automobilistico globale che non abbia palladio proveniente dalla Russia. In ogni caso, viste le scorte, non ci potrebbero essere difficoltà prima di 6 mesi". Tempi non facili, quindi, per l’automotive e per l’aftermaket: flessibilità, conoscenze e lucidità sono quindi più che mai richieste per fronteggiare queste difficoltà.

     

    Nicodemo Angì

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