947 mila esemplari prodotti in Cina, Tesla ha l’anima americana, ma il marchio elettrico più famoso al mondo ormai è sempre più decentrato.
Come da report dell’ultimo anno, infatti, dai cancelli di Shanghai è uscito oltre il 50% degli oltre 1,8 milioni di veicoli consegnati a livello globale nel 2023 per la Tesla di Elon Musk.
Un dato di certo rilevante per la multinazionale americana che nelle ultime due annualità sembra aver guardato sempre con maggiore interesse altrove.
Ma è ormai dal 2018 che Tesla porta avanti questo trend. Già nel 2021, infatti, a tre anni da inizio produzione, Shanghai ha superato la prima fabbrica nella storia della Tesla, quella californiana di Fremont, grazie a un rapido aumento della capacità produttiva, salita da 450 mila veicoli l’anno a 800 mila e ora arrivata a sfiorare il milione, grazie a continui lavori di ammodernamento e aggiornamento delle strutture e dei macchinari.
La fabbrica – che produce Tesla Model 3 e Model Y e che potrebbe produrre a breve anche la Model 2 – in grado oggi di sfornare un veicolo in meno di 40 secondi e di raggiungere un tasso di localizzazione delle componenti del 95%, ha prodotto il suo primo milione di auto in poco più di 30 mesi, il suo secondo milione in meno di 13 mesi e a settembre 2023 ha raggiunto la soglia dei 2 milioni.
Oltre 2 milioni di Tesla richiamate in Cina
I problemi, però, sembrano non mancare: nel giro di meno di un mese a Tesla è stato imposto di richiamare 3,6 milioni di auto, quasi l’equivalente dei volumi di due anni e mezzo di produzione.
A metà dicembre era rimbalzata dagli Stati Uniti la notizia della campagna per 2 milioni di veicoli e adesso è arrivata un’informativa analoga dalla Cina per 1,6 milioni di modelli.
Ma perché?
In sostanza a Tesla è stato chiesto di rivedere e implementare i sistemi affinché i conducenti sappiano di avere sempre la responsabilità sulla gestione del veicolo.
