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venerdì, 04 Ottobre 2024
  • Autoriparatori ed hacker, siamo al sicuro?

    focus officinaAutoriparatori ed hacker: siamo al sicuro?

    E’ il tema su cui si interroga l’ultima puntata di ‘A testa alta’ andata in onda di recente su Facebbok e organizzata da Quattroruote Professional e Autopromotec insieme a CNA Autoriparazione e Confartigianato Autoriparazione. I dati aziendali sono senza dubbio un importante patrimonio sensibile sotto diversi punti di vista per un meccanico. Sono funzionali per avere una giusta panoramica della propria officina, importanti per tracciare il cliente (anche in ottica marketing o retargeting) e strategici per avere accesso alle informazioni dei veicoli per la riparazione e la manutenzione. Un flusso di informazioni che, con l’esposizione in rete, può essere appetibile ai criminali informatici. “Abbiamo – evidenzia Chiara Romito, consulente GDPR Confartigianato Bologna Metropolitana e Assimprese – un grande flusso di dati che deve essere mappato. Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati  è, sicuramente, uno strumento efficiente contro i pirati del web. Quello che voglio sottolineare è che ci troviamo dinanzi ad una piccola e media impresa che è pronta al cambiamento tecnologico”. L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ha infatti suggerito, per non dire imposto, nuovi percorsi innovativi per il tessuto aziendale (anche dell’aftermarket) che oggi deve creare un link con il web per attività di brand awareness e di e-commerce. A patto, però, che vi sia un’apertura giusta, corretta, sicura. Fondamentale risulta un check-up delle imprese in chiave sicurezza, aumentare la consapevolezza, il corretto comportamento quando si sta in rete. E, in questo contesto, quali possono essere quindi i consigli per le imprese di riparazione per capire lo stato della sicurezza dei propri dati?. Il professore Giovanni Ziccardi, che presiede la cattedra di “Informatica Giuridica” all'Università degli Studi di Milano, è chiaro in tal senso. Il primo: individuare gli strumenti informatici che diventano strumenti di lavoro. “Se adesso lavoriamo in un contesto di condivisione di lavoro, il portatile deve avere una multiutenza” dice. Secondo step si chiama backup: conservare i dati in altre piattaforme per recuperarli è essenziale. Senza dimenticare l’utilizzo di un efficace antivirus e l’uso intelligente del cloud. “Ci sono – spiega –  soluzioni diverse con costi abbordabili che permettono un aumento delle produttività”.

    Stefano Belfiore

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