Proteggere il conducente dall’impatto dell’aria con il veicolo in movimento. E’ il lavoro a cui assolve ogni giorno il parabrezza. Ma come si è evoluto nel tempo? Un’interessante cronistoria la ripercorre un articolo del blog di Crystal Drive (azienda che distribuisce vetri e cristalli per auto e veicoli industriali).
I primi parabrezza
Il viaggio nel tempo inizia nel 1900. Più di un secolo fa, gli aeroscreen eranno fatti con un vetro normale e incastonati all’interno di un telaio di legno. Poi, dodici anni più tardi, fece la sua comparsa il vetro laminato “con modelli di cristallo – si legge nel blog – caratterizzati da due strati di acetato di cellulosa posizionati al centro di due pannelli in vetro”. Nel 1918, i parabrezza cominciarono ad essere suddivisi in aree verticali e orizzontali. Per poi diventare piatti
Parabrezza curvo
Bisogna aspettare il 1988 per vedere il primo modello di parabrezza curvo integrato nella carrozzeria. Oggi le automobili hanno in dotazione parabrezza che tengono il passo con l’innovazione attuale. Possono, spesso, essere fatti di filamenti per scaldare il vetro, da strati che riflettono il calore. Ed ancora da sensori in grado di rilevare pioggia o luminosità. Altra innovazione risiede nell’importante funzione tesa ad evitare lesioni causate dai frammenti di vetro taglienti. I parabrezza di oggi non si frantumano. Ma tendono a rimanere un unico pezzo anche se il vetro si rompe.