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giovedì, 25 Aprile 2024
  • Aftermarket e Covid, il momento che si vive

    Aftermarket e Covid, qual è la situazione che si viveAftermarket e Covid, qual è la situazione che si vive.

    Il check sui trend del comparto italiano, alla luce dell’emergenza sanitaria, lo fa GiPA Italia (società internazionale di ricerca di mercato operante nell’aftermarket automotive) in un brief digital con i media tenutosi lo scorso giovedì.

     

    Aftermarket e Covid, qual è la situazione che si viveLe auto che circolano in Italia ed il binomio con l’aftermarket

    Il primo dato che sviscera Marc Aguetazz: (nella foto), country manager di GiPA Italia, riguarda la struttura ossea delle nostre vetture in circolazione: il  96% del parco circolante attuale è costituito da auto immatricolate negli ultimi 20 anni. In generale, il  parco auto con più di 10 anni costituisce e rappresenta il 50% del totale. Un dato importante che deve tener in conto il comparto nostrano dell’aftermarket (soprattutto l’anello manutentivo-riparativo) in virtù anche del fatto che l’automobile è ritornata prepotentemente al centro della mobilità individuale per un’esigenza di sicurezza personale.

    L’auto che cambia e l’aftermarket che si trasforma

    GiPA ha volto lo sguardo anche al futuro, indagando sulle intenzioni di acquisto degli italiani. Alla domanda “che tipologia di vettura acquisterai?” Il 37 % del panel intervistato ha dichiarato di voler comprare un’automobile ibrida. Ed è, secondo Aguetazz, che qui si annida la prima rivoluzione.  Anche in aftermarket. Il 22 per cento degli italiani, invece, non sa che tecnologia acquistare: esplode, pertanto, un’incertezza, appunto, tecnologica da parte della domanda. Proiettando, poi, la visione al 2030, GiPA prevede un’impennata dell’ibrido e dell’elettrico (BEV) così suddivisa: 21% di auto ibride e 4,3% delle auto elettriche. Un dna che, come più volte sottolineato sulle colonne di Inforicambi, porterà (trasformazione già in corso) ad un cambio pelle della filiera aftermarket sia sul lato produttivo che su quelle della riparazione/manutenzione: sempre più alle prese con nuovi paradigmi nel campo dell’assistenza veicolare.

     

    Aftermarket e Covid, qual è la situazione che si viveAftermarket: un occhio alla manutenzione auto

    Lo studio firmato GiPA cala l’attenzione sul mondo odierno della manutenzione e sulle attuali performance. Tre i dati salienti che ne rappresentano il suo stato di salute: da un lato un ingresso più cospicuo di auto in officina (+ 8%), dall’altro un calo della spesa media per ingresso. Infine, l’impronta marcata della rete OES nella manutenzione ordinaria (64%).

     

    Aftermarket: l’hit parade delle manutenzoni più gettonate

    Anche in questo caso lo score, individuato da GiPA, riflette il momento congiunturale che si sta vivendo. Emerge in pole l’esigenza degli automobilisti alla sanificazione della propria auto, parallelamente ad una tendenza al risparmio visto il clima di incertezza generale che ha provocato diversi stalli economici. Da qui non il cambio d’olio bensì il rabbocco e la manutenzione ai pneumatici all season.

    Ecco le voci di spesa mantutentive che sono cresciute di più:

    Filtro abitacolo (+36%)

    Pneumatici 4 stagioni (+29%)

    Pulizia impianto areazione (+23%)

    Candele (+14%)

    Rabbocco olio (+12%)

    Batteria (+7%)

     

    Web ad aftermarket

    Questa crisi sanitaria ha generato un’esplosione del web in tutte le sue venature. Ma come GiPA valuta l’impatto del digital per chi produce e distribuisce ricambi nel mercato indipendente? A tal proposito Aguettaz è chiaro: in generale l’utilizzo di internet ha avuto un forte incremento nel mondo generale dell’auto. Tanto è vero che la tendenza ad acquistare accessori, ricambi auto e car care è passata dal 5 all’11%. “Anche se – aggiunge- durante la pandemia abbiamo assistito ad una sorta di inversione di tendenza, in particolar modo nel B2B. Nel trattare un prezzo sul ricambio si è preferito l’utilizzo di strumenti comunicativi come il telefono. Ovviamente è importate avere una buona presenza sul web. Se non sei digital non esisti.

     

    Stefano Belfiore

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