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venerdì, 19 Aprile 2024
  • “Ma quali diavoli fanno muovere e cantare quei pezzi di ferro?”

    Stavolta siamo nell’hinterland della capitale, precisamente a Colleferro. È qui che siamo andati per conoscere i due titolari di un’officina meccanica dalle lunga tradizione e competenza e che da un paio d’anni è entrata a far parte della rete Bosch Car Service. Stiamo parlando della Revicar, di Alberto Zaccari e Francesco Gobbo, un’azienda forte e competente posizionata strategicamente proprio all’uscita del casello autostradale di Colleferro sull’A1. La scelta di diventare Bosch Car Service sembra dettata da una logica conseguenza del loro operato, stando ad ascoltare le entusiaste parole delle esperienze lavorative di uno dei due soci, Alberto Zaccari. “Con Francesco Gobbo – ci racconta – ci siamo conosciuti nella squadretta di calcio della parrocchia di Ferentino, il mio paese, e la passione per la meccanica ci ha fatto sempre sognare di metterci in società per aprire in futuro una nostra officina”. Era il 1957 e i due avevano poco più di 12 anni. Ma già a quell’età volevano conoscere “i diavoli che stavano all’interno di questi pezzi di ferro che si muovevano e che emettevano il rumore di una fucina”, ci racconta con questa felice espressione Alberto. “E poi – continua Alberto – mi piaceva la «puzza» della benzina!”.
    Così nel 1959, cioè a 14 anni, Alberto decide subito di aprirsi il libretto di lavoro per cominciare a occuparsi di quello che di lì a pochi anni sarebbe diventato il lavoro della sua vita e che, con la sua prorompente passione, un giorno avrebbe coinvolto, se ne avesse avuti, anche i suoi figli. Dopo aver passato qualche tempo della sua “gavetta” a Ferentino, eccolo arrivare a Roma per andare a lavorare in un’officina legata a un nome che a quei tempi non aveva certo bisogno di pubblicità: l’Alfa Romeo. Il rombo dei motori o forse la velocità delle mitiche rosse ha portato Alberto anche ad appassionarsi di aerei, tanto da voler frequentare un corso per la revisione dei carrelli, pur di star vicino ai chilometri orari ad almeno due “0” dopo la prima cifra (che certo non era un “1”) e con in più le ali. Ma la passione per le macchine e per i “pezzi di ferro indiavolati” che le facevano trottare non si era mai sopita. “Ho deciso di continuare nella mia carriera di meccanico, il sabato tornavo a casa e, nel garage della nonna, con Francesco riparavo le Topolino di tutti coloro che in zona la possedevano”.
    Quindi Alberto lavora all’Alfa di Colleferro per due anni da dipendente, ma poco dopo il suo sogno insieme a Francesco si sarebbe realizzato. Precisamente il 12 Febbraio del 1968, i due appassionati aprono la loro prima officina sulla Casilina. E a quasi 24 anni il loro curriculum vitae non era certo da sottovalutare. Entrambi avevano lavorato per due marchi prestigiosi: Alberto, come detto, per l’Alfa e Francesco come capo reparto per la Mercedes. “La maggior parte della clientela – ci spiega Alberto – proveniva dalle nostre precedenti esperienze lavorative, segno che avevamo conquistato la fiducia di tante persone, certamente un nostro motivo d’orgoglio”.
    La vita di Alberto e Francesco si stava trasformando, e neanche troppo lentamente, come l’avevano immaginata quando a 12 anni facevano le loro partite di pallone. “Alternativamente, una settimana eravamo in officina e una in collaudo per le vetture di clienti che di fretta sulla strada ne potevano avere anche tanta: polizia e carabinieri”. La loro professionalità unita alla forte passione avevano aggiunto alla lista, oltre che i normali utenti di tutti i giorni, anche quelli provenienti da altri enti statali come finanza, croce rossa e polizia stradale.
    Il lavoro si era ingigantito a tal punto che “non disponevamo più di adeguati spazi per proseguire l’attività” e per questo Alberto e Francesco hanno deciso di realizzare l’officina dove adesso ancora operano dal 1974. “Abbiamo dovuto operare comunque una scelta della clientela, poiché la mole di lavoro era davvero grande. Oggi alla Revicar lavorano quattro dipendenti, oltre ad Alberto Zaccari, Francesco Gobbo e i rispettivi figli Luigi e Giuseppe. E Alberto non nasconde che da tanti anni che lavora nel settore, ha sempre utilizzato strumenti Bosch, affidabili, sicuri e soprattutto dotati di una rete alle spalle dalla grande efficienza. “È per questo motivo che dal 1997 abbiamo scelto Bosch anche per le linee di revisione”. “Chiaro è che nessuna macchina operatrice è eterna – puntualizza Alberto – ma di fronte a qualsiasi problema i tecnici del gruppo tedesco sono sempre corsi per eliminare gli inconvenienti con tempestività”.
    Proprio l’assistenza e l’affidabilità Bosch hanno poi convinto Alberto e Francesco a entrare a far parte nel 2002 della rete Bosch Car Service. “Inoltre – ci spiega Alberto – proprio per la grande esperienza che abbiamo maturato negli anni sulla varietà e sul calibro delle vetture su cui siamo intervenuti, non avremmo mai scelto di diventare filiali di una qualsiasi casa automobilistica che ci avrebbe imposto una strumentazione specifica soltanto per operare sulle auto di quel marchio. Bosch ci ha permesso non solo di poter lavorare su qualsiasi vettura, ma anche di aggiornarci costantemente con corsi e soluzioni calibrate ad hoc per stare al passo con i veloci tempi evolutivi della meccatronica di oggi. [pagebreak]
    Poi è stato compito nostro – continua Alberto – organizzarci meglio i ruoli all’interno dell’officina per non creare possibili rallentamenti. I figli, ad esempio, per la loro naturale propensione, si occupano soprattutto di diagnostica ed elettronica di gestione del veicolo e noi padri più che altro di meccanica”. Del resto “bisogna mandare avanti un’officina dalle dimensioni non proprio contenute, fatta di 700 metri quadri di superficie interna e 7.000 esterna”. Un’officina che dispone di tre piste di revisioni di cui due dedicate alle auto e una alle moto che vedono passare una media di 40 mezzi al giorno con punte che hanno superato i 110 veicoli, di due ponti sollevatori, tutta l’attrezzatura specifica per operare su Mercedes, Alfa Lancia, di una pompa per lo spurgo freni, pressa e quattro strumenti per diagnosi. “Se non si posseggono l’organizzazione e la strumentazione adatta per poter svolgere questo delicato compito, intervenendo anche sulle parti danneggiate dei veicoli, i nodi vengono subito al pettine”.
    L’azienda tedesca ha poi consentito a Luigi e Giuseppe (i figli) di seguire, oltre a numerosi corsi improntati su come stare al passo con le auto di oggi, anche quelli di accettazione e comunicazione con il cliente. “Una realtà, insomma, quella Bosch – ci spiega sicuro Alberto – che sa come avvicinarsi all’officina per risolvere le sue problematiche in modo rapido, economico e competente, che dà luce all’azienda con un’insegna – la forza del network -, di cui il cliente si fida e che dispone di un’infinità di ricambi sempre pronti”. “Forse è anche per questo – conclude Alberto – che dal 1968 e cioè da quando lavoriamo con strumentazione Bosch e con la precisione e la professionalità di sempre, quattro generazioni di clienti – nonni, padri, figli e nipoti – non hanno mai smesso di darci fiducia. Il cliente non ci ha mai chiesto “che cosa hai fatto alla mia macchina?” ma semplicemente “quant’è?”… Piccole soddisfazioni…”.

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