Il rapporto annuale Svimez (Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno) fotografa una situazione di rallentamento economico nel Sud Italia, evidenziando criticità strutturali e nuovi ostacoli che ne ostacolano lo sviluppo. Tra i fattori chiave che contribuiscono a questa frenata vi è la crisi del settore dell’automotive, che incide significativamente sull’economia meridionale, data la presenza di importanti stabilimenti produttivi e l’indotto che ruota attorno a questo comparto.
Secondo il rapporto, il Sud sta vivendo un rallentamento della crescita economica rispetto al resto del Paese. Dopo un periodo di timida ripresa, segnato dall’afflusso di fondi europei e nazionali post-pandemia, il 2023 ha registrato un calo dell’1,2% del PIL regionale, in netto contrasto con il Nord, che ha evidenziato una crescita dello 0,8%.
L’automotive nel Meridione, ha risentito di una serie di fattori negativi
La crisi delle catene di approvvigionamento che consiste nella difficoltà di reperire componenti fondamentali, come i semiconduttori, ha danneggiato gravemente il mercato dell’auto.
Inoltre, l’orientamento verso veicoli elettrici ha richiesto investimenti significativi per la riconversione degli impianti, causando ritardi e incertezze. Su tutto c’è l’aumento dei costi di produzione e l’inflazione che hanno ridotto la capacità di spesa delle famiglie, incidendo negativamente sulle vendite di veicoli.
Svimez sottolinea anche come vi siano altri fattori ad aggravare la situazione economica del Sud.
Il divario infrastrutturale e digitale continua infatti a penalizzare il Mezzogiorno rispetto al Centro-Nord e nonostante i fondi del PNRR, l’implementazione di progetti è ancora troppo lenta.
Questa situazione generale che vede quindi coinvolto il settore dell’automotive, ha avuto effetti diretti sull’occupazione.
Stabilimenti come quello di Melfi (Basilicata), gestito da Stellantis, hanno registrato un calo della produzione con conseguenti periodi di cassa integrazione per i dipendenti. Questo si ripercuote anche sull’indotto, costituito da centinaia di piccole e medie imprese che forniscono componenti e servizi, molte delle quali hanno visto una contrazione del fatturato o sono state costrette a ridimensionarsi.
Dopo l’analisi del fenomeno, Svimez ha proposto però anche delle soluzioni con interventi decisi per rilanciare l’economia del Sud, puntando su innovazione e sostenibilità. Accelerare la transizione green, invece di ostacolarla, potrebbe essere un punto di vista. Accompagnare le aziende del settore automotive nella conversione verso la produzione di veicoli elettrici e sostenibili significherebbe anche potenziare le competenze tecniche dei lavoratori per prepararli alle nuove sfide del mercato.
Certo è che il rallentamento della crescita nel Sud Italia rappresenta un campanello d’allarme per l’intero Paese.
E la crisi dell’automotive è solo uno degli esempi di come i cambiamenti globali possano impattare in maniera asimmetrica sulle regioni italiane.
Tuttavia, il Mezzogiorno ha anche enormi potenzialità, che possono essere valorizzate attraverso politiche mirate e un utilizzo efficace delle risorse disponibili. Solo un impegno congiunto tra istituzioni, imprese e comunità locali potrà garantire un futuro più prospero e inclusivo per il Sud, trasformando le difficoltà in opportunità di crescita e sviluppo.