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sabato, 21 Giugno 2025
  • Chery punta sull’Europa: stabilimento in Spagna, dialogo aperto con l’Italia e l’ombra di Maserati

    Chery punta sull’Europa: stabilimento in Spagna, dialogo aperto con l’Italia e l’ombra di Maserati

    Il Gruppo Automobilistico Chery, uno dei giganti cinesi del settore, ha scelto la Spagna per il debutto produttivo in Europa, confermando l’apertura di un impianto industriale a Barcellona. La mossa ha suscitato un vivace dibattito in Italia, dove ci si interroga sulle motivazioni che hanno escluso il nostro Paese, nonostante la sua rilevanza storica nel panorama automotive. A chiarire le strategie del marchio è intervenuto Charlie Zhang, vicepresidente esecutivo di Chery International, che ha offerto uno sguardo diretto sulle decisioni dell’azienda.

    Perché Barcellona e non Torino? La risposta di Chery

    L’area prescelta è quella della ex fabbrica Nissan, nel cuore della Zona Franca di Barcellona. Secondo Zhang, la selezione è frutto di una lunga analisi che ha tenuto conto di elementi logistici, produttivi e politici. “Quella struttura rappresentava un’occasione difficilmente replicabile: impianti moderni, personale esperto e un contesto istituzionale pronto a collaborare”, ha dichiarato.

    Il governo spagnolo ha giocato un ruolo determinante, offrendo incentivi concreti, snellendo le procedure e mostrando una rara sinergia tra istituzioni locali e nazionali. Un pacchetto che ha permesso a Chery di accelerare i tempi e pianificare un avvio rapido della produzione, in linea con l’urgenza della transizione verso la mobilità elettrica.

    Lo stabilimento diventerà il fulcro europeo del marchio, con una capacità iniziale di 50.000 veicoli all’anno, destinata a triplicarsi in breve tempo. La produzione riguarderà prevalentemente modelli a marchio Omoda e Jaecoo, focalizzati su propulsori elettrici e ibridi plug-in, per rispondere alla crescente domanda di veicoli a basse emissioni.

    Italia in corsa, ma rallentata

    Nonostante la decisione spagnola, l’Italia non è fuori dai giochi. Zhang ha confermato l’esistenza di interlocuzioni con il Governo italiano, ma ha sottolineato come i negoziati siano stati finora meno agili. “Abbiamo registrato interesse e apertura, ma mancano certezze e tempi chiari. Per investire serve un contesto che permetta di partire subito, senza attese indefinite”, ha affermato.

    Il sistema italiano, seppur forte di competenze e know-how nel settore automobilistico, soffre ancora di ritardi autorizzativi, iter burocratici complessi e una scarsa coesione tra enti pubblici e privati. Elementi che rischiano di allontanare gli investimenti stranieri, come già accaduto in altre occasioni.

    E Maserati? I rumors che accendono l’interesse

    Sul fronte delle indiscrezioni, nelle ultime settimane si sono intensificati i rumors su un possibile interesse di Chery nei confronti di Maserati.

    Zhang non ha confermato, ma nemmeno smentito apertamente. Quel che è certo è che il colosso cinese mira ad ampliare la propria presenza nel segmento premium e guarda con attenzione all’eredità industriale europea. Un’eventuale mossa in quella direzione rafforzerebbe ulteriormente il posizionamento del marchio nel vecchio continente, non solo come produttore, ma anche come protagonista del lusso automobilistico globale.

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