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venerdì, 26 Aprile 2024
  • Silla Industries contro la crisi dei chip, la resilienza spiegata

    Come si è mossa Silla Industries contro la crisi dei chip?

    La produzione globale sta vivendo un periodo difficile, stretta com’è fra tragici conflitti, eventi naturali e mercati nel caos: le azioni di Silla Industries contro la crisi dei chip dimostrano che si può fare molto. L’ultimo anello dell’ormai lunga catena di eventi difficili, per fortuna meno tragici dell’invasione dell’Ucraina, è la notizia che l’importante supplier di chip automotive Renesas, già provata da un incendio che ha compromesso le forniture per una videocamera di Bosch, è stato coinvolto dal recente terremoto in Giappone insieme a Sony e Murata. Per sapere di eventuali contraccolpi abbiamo chiesto informazioni ad Alberto Stecca, CEO di quella Silla Industries che produce l’interessante wallbox Prism, la cui versione Pro è adatta anche ad applicazioni aftermarket.

     

    Silla Industries ha avuto o avrà ripercussioni da questa ennesima difficoltà?

    I chip e i semilavorati forniti da Renesas sono destinati principalmente alle case automobilistiche che sicuramente risentiranno di un perdurante effetto di shortage. Per il momento, questo specifico evento non ha fortunatamente generato altre ripercussioni sulle nostre attività ma siamo molto attenti a tutto quel che riguarda questi scenari, cercando di essere sempre pronti ad ogni evenienza“.

     

    L’approccio di cambiare in corsa l’elettronica e il software rimane valido per limitare le conseguenze di questa ennesima chip shortage?

    Certamente, noi abbiamo potuto verificare come nel breve termine questa strategia si sia rivelata vincente: poter ricorrere a chip alternativi riduce sicuramente l’impatto di una crisi come questa. Nel medio-lungo periodo, invece, è necessario utilizzare componentistica più universale che possa assolvere le stesse funzioni, cercando fornitori alternativi europei e americani o internalizzando la produzione del maggior numero di componenti possibile. E in particolare quest’ultima soluzione è quella verso cui Silla si sta indirizzando, ad esempio per le PCB, le piastre del circuito stampato, insieme alla componentistica che vi viene montata. Riteniamo però che la verticalizzazione della produzione vada spinta anche verso componenti non legati all’elettronica ma comunque necessari per assemblare le colonnine, a partire dagli stampi per i gusci esterni dei Prism“.

     

    Gli effetti della sequenza Covid/scarsità di chip e materie prime/invasione dell’Ucraina/terremoto sarebbero stati meno deleteri con una diversa organizzazione della supply chain e della produzione?

    L’attenzione alla supply chain è sicuramente una priorità: la catena di eventi drammatici, la pandemia in primis, ma anche la grande ondata di freddo invernale che ha causato blackout continui nelle fabbriche di chip nel Texas, fino all’incendio che lo scorso marzo aveva già colpito la giapponese Renesas, lo ha rivelato chiaramente e crediamo che lo stesso approccio che sta facendo riflettere l’Europa sulla sua dipendenza energetica possa essere applicato anche alla scarsità di chip e di materie prime. Forse questa è l’occasione giusta affinché le nazioni del vecchio continente comincino a comportarsi in maniera virtuosa, come ci si attende dall’Europa“. Aggiungiamo che diverse contromisure sono state già pianificate, come l’investimento di Bosch per aumentare la produzione di chip in Germania.

     

    Cosa possiamo imparare – in generale per la macroeconomia e in particolare per il settore dell’elettronica – da queste difficoltà?

    Se pensiamo che crisi ben peggiori nei rapporti con la Cina e con Taiwan potrebbero essere dietro l’angolo, allora mi viene da dire che già da tempo andavano fatte fatte scelte politiche più coraggiose. La drammatica situazione attuale ci sta dimostrando come una più prudente gestione delle risorse, in particolare quelle energetiche, sarebbe stato l’approccio corretto“.

     

    L’automotive si affida ancora molto a tecnologie non avanzatissime e si dice che il CEO di Intel, Pat Gelsinger, abbia dichiarato: “Intel farà tutti i chip a 16 nanometri che le case automobilistiche vogliono. Non ha alcun senso economico o strategico investire miliardi in nuovi impianti con tecnologia antiquata quando si possono spendere milioni per aiutare la migrazione dei progetti verso tecnologie moderne”. Cosa ne pensa di queste parole e di questa situazione?

    Gelsinger ha anche invitato le case automobilistiche a ‘non usare chip che appartengono all’età della pietra, con design che al massimo potevano essere considerati evoluti quando è stato lanciato il primo iPhone’. Riprendo una famosa massima che recita: ‘qualunque cosa vi abbia permesso di arrivare fin qui non è sufficiente a farvici restare’. Credo che il segreto per sopravvivere e mantenersi competitivi sul mercato, anche in momenti difficili come quelli vissuti in questi mesi, sia di dedicarsi con costanza all’evoluzione dei propri prodotti e processi, attraverso investimenti continui che comprendano innovazione e sviluppo“. Una giovane e dinamica realtà italiana ha usato lo stesso approccio, verticalizzare il più possibile la produzione, usato da Tesla per fronteggiare la scarsità di chip. Nel 2021 il costruttore della Silicon Valley ha infatti battuto tutti i record quando gli altri arrancavano e speriamo che Silla Industries possa fare altrettanto: le idee e la flessibilità sono uno strumento potente!

    Nicodemo Angì

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