A partire dal 1° settembre, Peugeot ha deciso di eliminare il nome PureTech dalla sua gamma di motori, segnando la fine di un’era per il propulsore a tre cilindri da 1.2 litri che ha equipaggiato una vasta gamma di modelli del gruppo francese.
Anche i marchi gemelli Citroën e DS dovrebbero seguire questa strategia, in un tentativo di invertire il calo delle vendite di auto nuove e usate, fortemente influenzato dalla cattiva reputazione del motore PureTech.
Dal successo iniziale alle critiche, la breve storia del motore PureTech 1.2 litri a tre cilindri, è esplicita. Lanciato con grande aspettativa, era stato concepito come un simbolo di innovazione e modernità. Sviluppato per essere compatto, efficiente e performante, il propulsore prometteva consumi ridotti e basse emissioni, in linea con le esigenze normative europee per la riduzione dell’impatto ambientale.
Motore PureTech, scarsa affidabilità
Inizialmente, il motore ha raccolto consensi grazie alle sue prestazioni e alla sua versatilità, ottenendo anche numerosi premi internazionali, tra cui il prestigioso Engine of the Year.
Tuttavia, col passare degli anni, il motore ha iniziato a soffrire di una serie di problematiche tecniche che hanno minato la fiducia dei consumatori e compromesso l’immagine di Peugeot, Citroën e DS.
Tra le criticità più comuni riportate dagli utenti, spiccano problemi legati all’affidabilità del motore, con segnalazioni di guasti prematuri e usura anomala in alcuni componenti chiave, come il sistema di distribuzione e la turbina. Queste problematiche hanno portato a costose riparazioni, scoraggiando potenziali acquirenti di veicoli nuovi e creando preoccupazioni anche nel mercato dell’usato.
E così, proprio la crescente insoddisfazione dei clienti e il conseguente impatto negativo sulle vendite hanno spinto Peugeot a prendere una decisione drastica: rimuovere il marchio PureTech dalla sua gamma. La casa automobilistica ha riconosciuto che la reputazione del motore aveva ormai compromesso l’immagine di qualità e affidabilità associata ai suoi veicoli.
Anche Citroen e DS abbandonano lo storico motore
Questa mossa non riguarda solo Peugeot, ma coinvolge anche Citroën e DS, i marchi gemelli all’interno del gruppo Stellantis, che condividono la stessa tecnologia motore.
L’obiettivo è quello di evitare che il calo di fiducia si diffonda ulteriormente tra i consumatori, danneggiando le vendite complessive del gruppo.
Si fa avanti quindi adesso, una strategia di rebranding che sa di rilancio, volto alla riconquista della fiducia dei clienti, con l’obiettivo di preparare il terreno a futuri sviluppi tecnologici.
Peugeot e i suoi marchi alleati puntano a introdurre una nuova generazione di motori termici ed elettrificati che siano più affidabili e capaci di rispondere meglio alle esigenze del mercato moderno, sempre più orientato alla sostenibilità e alla riduzione delle emissioni.
Il gruppo Stellantis sta comunque accelerando la sua corsa verso l’elettrificazione, abbandonando gradualmente i motori a combustione interna e questo passo si inserirebbe nel percorso verso il futuro tracciato dal gruppo per rispondere alle esigenze del mercato e alle normative ambientali sempre più stringenti.
Tuttavia, nel breve termine, la sfida sarà quella di gestire il passaggio senza compromettere ulteriormente la competitività dei modelli attuali, in particolare in un momento in cui la concorrenza nel settore è in aumento e i clienti sono sempre più attenti a temi come l’affidabilità e il valore residuo dei veicoli.