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sabato, 20 Aprile 2024
  • L’automotive italiano nel 2020: i numeri di Anfia per l’anno pandemico

    Molto impegnativo, quasi catastrofico, l'anno passato:i numeri di Anfia raccontano le difficoltà dell'automotive italiano nel 2020Molto impegnativo, quasi catastrofico, l’anno passato: i numeri di Anfia raccontano le difficoltà dell’automotive italiano nel 2020.

    Lo studio dell’Associazione Nazionale Filiera Industria automobilistica analizza il 2020 partendo da un dato impressionante: il PIL italiano è sceso dell’8,9%1, un crollo secondo solo a quello della Spagna – 10,8%; per fortuna si prevede una ripresa significativa per l’Italia nel prossimo biennio. Il potere d'acquisto delle famiglie, che è il reddito disponibile reali, è diminuito del 2,6% nel 2020, una caduta che, seppur mitigata dalla misure di sostegno del Governo, ha interrotto un andamento che era positivo dal 2014. La produzione industriale dell’automotive italiano è calata del 22,9% rispetto al 2019, un dato ben peggiore di quello dell’industria nel suo complesso (escluse le costruzioni), la cui produzione ha segnato un – 11,4%.

     

    La crisi dell’automotive italiano nel 2020

    L’automotive italiano nel 2020 è stato molto danneggiato dalla pandemia da Covid-19: durante il lockdown la produzione si è quasi completamente arrestata e poi c’è stato un recupero nei mesi successivi, che ha fatto chiudere l’anno a 777mila unità con un crollo del 15,1% rispetto al 2019. Anche le immatricolazioni complessive sono in netto calo rispetto al 2019: – 26,6% rispetto all’anno precedente con 1,565 milioni di immatricolazioni. Impressionante, e destinato ad avere conseguenze per l’aftermarket, il calo delle automobili con motore diesel rispetto al totale di quelle prodotte in Italia: nel 2016 erano il 35,76% un valore sceso al 15,29% nel 2020. Quelle a benzina hanno retto meglio, dato che sono aumentate dal 62% del 2016 al 65%; dato che la produzione si è contratta, le unità sono però scese del 33,8 contro il – 70,8% delle diesel. Le auto elettriche e ibride, che nel 2016 non venivano prodotte, nel 2020 hanno invece raggiunto una quota del 3% e del 14% rispettivamente.

     

    I veicoli commerciali sostengono l’automotive italiano nel 2020

    Se le immatricolazioni delle automobili hanno perso il 28% anno su anno, con il primo semestre a -46% e il secondo a – 4%, quelle dei  veicoli commerciali leggeri hanno limitato le perdite, arretrando del 15,1% rispetto al 2019 ma segnando un 2° semestre a + 6,8%. I veicoli ad alimentazione alternativa aumentano fino all’8,6% mentre il 62% dei veicoli elettrici appartiene ai segmenti “furgonette/minicargo” e “furgoni piccoli”. I veicoli commerciali con peso totale a terra sopra i 35 quintali immatricolati sono stati più di 20mila, per un calo del 14,3% derivato da un 1° semestre a – 35% e un 2° semestre a ben + 16%. I componenti auto sono una elemento importante dell’automotive italiano e nel 2020 hanno sofferto anche loro: le esportazioni sono diminuite del  15,3% rispetto al 2019, ammontando a 18,72 miliardi di Euro. Anche le importazioni sono diminuite a 13,24 miliardi di Euro, un calo più contenuto (- 13,9%) che ha comunque mantenuto un saldo positivo.

     

    L’automotive italiano nel 2020 racconta di veicoli ‘anziani’

    Nei Numeri Anfia dell’automotive italiano nel 2020 entrano anche i dati del parco circolante, ancora molto anziano – l’età mediana delle autovetture è di 11,83 anni, valore che vale a 10,33 per quelle a gasolio e sale a 14,75 anni per quelle a benzina – e quindi bisognoso di manutenzione. Un parco anche abbastanza inquinante, dato che le vetture Euro 6 sono il 26%; meglio fanno le motrici, che sono il 36%, mentre gli autocarri di trasporto merci sono Euro 6 solo per il 19%. Si tratta quindi di tutta una serie di veicoli anziani che avranno necessità di manutenzione, come il ripristino dei dispositivi antinquinamento, e che potranno quindi contribuire alla spinta positiva dell’aftermarket nazionale.

     

    Nicodemo Angì

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