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venerdì, 19 Aprile 2024
  • Aftermarket, il futuro passa per l’innovazione e la formazione dei giovani

    Aftermarket, il futuro passa per l'innovazione e la formazione dei giovaniL'innovazione come motore della competitività in aftermarket.

    “La ripetizione consuma la meraviglia”. Silvano Guelfi (nella foto), professore del Politecnico di Torino, dove, tra le altre cose, è anche responsabile scientifico dell’Osservatorio di Mercato IAM (Indipendent After Market) Italia e co-fondatore dello Standard & Testing Spin Off, cita William Shakespeare per spiegare che l’innovazione, soprattutto nei mercati economici, è ormai un obbligo, non una scelta. Il concetto, che il professore ha espresso nel corso della conferenza stampa di presentazione di Automechanika Francoforte, tenutasi ieri a Milano presso il Rooftop del Copernico Isola for S32, vale naturalmente anche per l’aftermarket e per le attrezzatture per officine, ricambi, accessori, management e servizi dell’industria automotive.

    La competitività richiede di essere innovativi, serve un cambiamento, che è sempre un processo faticoso, che passa attraverso la conoscenza e l’educazione, che conclude questo percorso circolare creando appunto competitività” spiega Guelfi.

    Aftermarket, il mercato

    I dati e le analisi sono elementi imprescindibili per capire in quale direzione sta andando un mercato complesso e con ampi margini di sviluppo come quello dell’aftermarket, che in Italia è soprattutto indipendente. “Con il nostro Centro di ricerca “Competitiveness and Company Value” del Politecnico di Torino ogni mese raccogliamo il venduto di 12 tra le più importanti categorie di prodotti da distributori di macchine, camion e rivenditori e attraverso specifici modelli di analisi riusciamo a fornire un quadro neutrale del mercato dell’aftermarket” afferma il responsabile scientifico dell’Osservatorio di Mercato IAM Italia. “Questa caratteristica – continua – ci rende piuttosto unici e ci sta consentendo di avviare collaborazioni sempre più ampie con aziende ed enti, come quella recente con l’Università di Stoccarda”.

    Tra le tecniche di lavoro che permettono al professore Guelfi e al Politenico di Torino, dove sono iscritti circa 38mila studenti e ci sono 7mila laureati ogni anno, di coniugare analisi, business e formazione, c’è il business game“Si tratta di acquisire un metodo con il quale i problemi vengono risolti con tecniche imparate prima – spiega Guelfi – per me che ho lavorato in Svezia e, prima di approdare all’Università, ho avuto diverse esperienze professionali nel mondo privato, il business game è una tecnica molto utile e dai notevoli risultati”.

    Aftermarket: quale sarà il futuro?

    Il settore delle autoriparazioni e delle officine sta vivendo, come altri ambiti economici, la difficoltà di trovare personale specializzato. Ecco perché la formazione dei giovani e un sistema scolastico orientato sempre di più verso le vere esigenze del mercato del lavoro sono ormai una necessità imprescindibile. “Per conoscere bisogna apprendere – sostiene il docente del Politecnico di Torino nel corso della presentazione di Automechanika Francoforte, la più importante fiera internazionale dell’aftermarket automobilistico – è necessario far capire che ci sono aree economiche di grandissimo interesse nell’aftermarket anche per i ragazzi. Un esempio è la carrozzeria, che con il nostro Centro di ricerca abbiamo approfondito particolarmente in questi ultimi anni”.

    Aftermarket, il futuro passa per l'innovazione e la formazione dei giovaniAftermarket, gli sviluppi

    Nel domani di chi si occupa di autoriparazioni e ricambi ci potrebbe essere sempre di più la necessità di possedere specifici requisiti per poter operare sul mercato. Di conseguenza il ruolo di professionisti o società specializzate nella valutazione e nel rilascio di documenti che attestino determinati standard qualitativi diventerà necessario e ancora più importante. “Con lo Standard & Testing Spin Off del Politecnico di Torino utilizziamo modelli di analisi che dall’anno scorso ci permettono di attribuire rating certificati di asseverazione dietro i quali ci sono attività formative che possono spiegare cosa bisogna fare per migliorare tutta la filiera dell’aftermarket” – spiega Guelfi.

    “Per il momento sono 150 le aziende di autoriparazioni, soprattutto carrozzerie, che abbiamo asseverato attraverso il nostro modello di analisi – continua il docente dell’ateneo piemontese durante la presentazione ai media di Automechanika Francoforte – si tratta di aziende che hanno come clienti in maggioranza flotte e assicurazioni. Queste hanno la possibilità di vedere direttamente da un albo nazionale le aziende che sono asseverate e hanno quindi una certificazione di garanzia di qualità”.

     

    Filippo Panza

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