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sabato, 20 Aprile 2024
  • Va giuù l’export della componentistica auto

    Export: nuovo stop della componentistica autoExport: nuovo stop della componentistica auto.

    Nel 2020, l’export della filiera dei componenti per autoveicoli si riduce del 15,3% rispetto al 2019 e ammonta a 18,73 miliardi di euro (l’export italiano di tutte le merci registra, invece, un calo del 9,7%). Nello stesso periodo, si registra anche una flessione delle importazioni della componentistica (-13,9%) – in calo tutte le macroclassi di prodotto – per un valore di 13,24 miliardi di euro, portando così la bilancia commerciale a un saldo positivo di 5,48 miliardi di euro, con un avanzo di 1,44 miliardi di euro nel primo trimestre, 968 milioni nel secondo, 1,41 miliardi nel terzo e 1,67 miliardi nel quarto. E’ quanto emege dall’ultimo barometro analitico sviluppato da Anfia.

    L’export della componentistica automotive ha avuto un andamento fortemente negativo nella prima parte del 2020

    Per poi registrare un progressivo recupero nella seconda (-7,9% il terzo trimestre e +4,7% il quarto). L’export italiano di autoveicoli, nel 2020, vale 14,73 miliardi di Euro, in diminuzione del 10,8% rispetto al 2019, mentre l’import vale 22,05 miliardi di euro (il 27,8% in meno rispetto al 2019). Questo genera un saldo negativo della bilancia commerciale che ammonta a circa 7,3 miliardi di euro, contro i 14 miliardi del 2019. Il forte disavanzo commerciale, pur dimezzato in termini di valore per effetto del pesante calo delle importazioni causato dallo shock della pandemia, è, come di consueto, determinato dall’elevata quota di penetrazione dei Costruttori esteri nel mercato italiano: per le autovetture, nel 2020, è pari al 76%, decisamente più alta rispetto a Paesi come la Francia e la Germania.
    Le esportazioni del settore componenti rappresentano nel 2020 il 4,3% di tutto l’export italiano, mentre le importazioni valgono il 3,6% circa, quote che salgono rispettivamente al 4,4% e al 3,9% se si esclude dal totale dei flussi commerciali il comparto energia.
    Ricordiamo che il 2019, per la componentistica, si era chiuso con l’export a -2,3%, per un valore di 21,97 miliardi di Euro, e con un saldo positivo della bilancia commerciale di 6,53 miliardi di Euro (-2,7%).

    La componentistica auto: i numeri del settore nazionale

    Conta 2.198 imprese sul territorio, per un fatturato di 49,2 miliardi di euro e 164.305 addetti diretti (compresi gli operatori del ramo della subfornitura). Inoltre, mentre la bilancia commerciale dell’intero settore automotive italiano ha un saldo negativo, guardando alla sola componentistica il saldo è positivo da oltre 20 anni (6,4 miliardi di Euro la media annua dal 2008 al 2020).
    Sempre in riferimento al 2020, l’export della componentistica verso i Paesi UE27 vale 12,11 miliardi di euro (-16%) e pesa per il 64,7% di tutto l’export componenti (73% nel 2019), con un avanzo commerciale di 3,03 miliardi di Euro (era 3,55 miliardi nel 2019). L’export verso i Paesi extra UE è di 6,61 miliardi di Euro (-13,9%) e produce un saldo positivo di 2,45 miliardi di Euro (3,17 miliardi nel 2019).

    Componentistica auto: dove si esporta di più?

    La classifica dell’export per paesi di destinazione vede al 1° posto sempre la Germania, con 4,02 miliardi di euro (-14% la variazione tendenziale) e una quota del 21,5% sul totale; seguono Francia (10% di quota), Spagna (7,2%), USA (7,1%), UK (6,9%) – che perde due posizioni rispetto al 2019 – Polonia (5,3%), Turchia (4,4%), Austria (3,1%), Brasile (2,8%) e Repubblica Ceca (2,6%).
    Le aziende italiane esportano verso il Nord America componenti per un valore di 1,7 miliardi di euro, in diminuzione del 9%, con un saldo attivo di 948 milioni di Euro. Il valore dell’export cresce dello 0,7% verso gli USA e diminuisce del 34% verso il Messico e del 21% verso il Canada.
    Le esportazioni italiane di componenti verso l’area Mercosur valgono 567 milioni di Euro, in diminuzione del 10% rispetto al 2019, con un saldo positivo per 434 milioni di euro (il 17% in meno rispetto al 2019).
    Come già nel triennio 2017-2019, il primo mercato asiatico di esportazione resta la Cina (329 milioni di Euro esportati, -8% rispetto al 2019 e un saldo negativo di 637 milioni), che è anche il quarto Paese di origine delle importazioni italiane di componenti (966 milioni di Euro, contro quasi 1,1 miliardi nel 2019, pari al 7,3% del totale importato). Fa seguito alla Cina, come secondo Paese asiatico di destinazione dell’export dei componenti italiani, il Giappone (227 milioni di Euro, -21%, con un saldo negativo di 12 milioni di Euro).

    Componentistica auto: cosa si esporta di più?

    La suddivisione dei componenti in macro-classi, vede il comparto delle parti meccaniche (incluso accessori, vetri) totalizzare, nel 2020, il 67% del valore dell’export con 12,56 miliardi di Euro (-15% rispetto al 2019) e un saldo attivo di circa 5,55 miliardi di euro. Segue il comparto dei motori – per un valore di 3,32 miliardi di Euro (-18%), che pesa per il 17,7% sul totale esportato della componentistica, con un saldo attivo di 820 milioni di euro. L’export dei componenti elettrici e affini risulta in calo del 12% rispetto al 2019, con un saldo negativo di 273 milioni di wuro, mentre il comparto pneumatici e articoli in gomma per autoveicoli presenta un valore di export pari a 1,13 miliardi di Euro (-16% sul 2019) con un saldo negativo di 461 milioni di Euro.
    Per tutti i principali prodotti, il trend dell’export è negativo nel 2020, ad eccezione dei filtri dell’aria. Guardando ai singoli componenti, presentano un saldo positivo significativo le seguenti voci: parti ed accessori destinati al montaggio, freni, ponti con differenziale, motori e parti di motori, cambi, parti e accessori di carrozzerie, pompe, ruote e vetri.

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